Gli idranti aperti a New York quando fa caldo
Breve storia – con qualche foto – di un'abitudine estiva che va avanti da più di un secolo
Tra le cose-da-film di New York, quelle che riconoscono anche le persone che a New York non sono mai state, ci sono gli idranti: in particolare gli idranti aperti d’estate, per combattere il gran caldo. Per fare l’esempio più famoso, succede in Fa’ la cosa giusta di Spike Lee: in un quartiere popolare fa un gran caldo e allora qualcuno prende una chiave inglese, apre un idrante antincendio e aiuta il quartiere a rinfrescarsi. Ma gli idranti aperti di New York non sono solo una cosa-da-film: sono una cosa che si fa da oltre un secolo e che continua a essere piuttosto comune, e a certe condizioni persino consentita dall’amministrazione cittadina. Ogni anno il DEP, il dipartimento per la protezione ambientale di New York, riceve infatti diverse migliaia di segnalazioni su idranti aperti, la maggior parte in estate.
In giro per i cinque distretti che formano New York ci sono oltre 100mila idranti gestiti dal DEP. Il sito FireHydrants.com spiega che il primo fu installato nel 1808 in una via centrale di Manhattan, e che in poco tempo molti altri idranti sostituirono i semplici secchi d’acqua che fino a quel momento venivano lasciati in giro per le strade per intervenire in caso di incendi. All’inizio erano dei semplici pozzi da cui si poteva arrivare all’acqua del circuito idrico cittadino; poi diventarono idranti così come li conosciamo oggi.
Il primo caso documentato di idranti aperti a New York per uno scopo diverso da spegnere un incendio è del 1896. Quell’anno nella prima metà di agosto fece un gran caldo: si racconta di temperature oltre i 40 gradi centigradi, che – insieme ad altri fattori – causarono la morte di almeno 1.000 persone. L’allora capo della polizia cittadina – il 37enne Theodore Roosevelt che poi sarebbe diventato il 26° presidente statunitense – decise di distribuire ghiaccio ai newyorkesi e, in alcuni casi, di aprire gli idranti per le strade. Lo scopo non era soltanto rinfrescare le strade e gli abitanti, ma anche limitare la diffusione di malattie dovute alla presenza di rifiuti e animali morti – in particolare cavalli – che c’erano per le strade.
Dopo quel primo caso drammatico, gli idranti iniziarono a essere aperti anche per motivi ricreativi, diciamo. Un articolo del New York Times del 1904 racconta con toni quasi comici di un operaio che dimenticò una chiave inglese vicino a un idrante e di un ragazzino «birichino» che colse l’occasione per aprirlo e poi pensò anche di buttare la chiave inglese in un tombino (un «coraggioso» poliziotto tentò poi invano di chiudere l’idrante a mano).
Nel 1925, durante un’altra grande ondata di caldo, il New York Times parlò di nuovo degli idranti aperti e dei poliziotti che ne furono messi a guardia, in particolare perché si temeva che troppi idranti aperti avrebbero impedito ai vigili del fuoco di usarne altri in caso di bisogno per spegnere un incendio. Nel 1933 il New York Times raccontò di 400 ragazzi che, durante un’altra ondata di caldo, protestarono sulla 47esima strada contro la polizia, secondo loro colpevole di aver impedito l’uso degli idranti.
Non c’è una data precisa, ma più o meno a metà del secolo scorso gli idranti aperti iniziarono a essere un’abitudine delle estati più calde, soprattutto nei quartieri più poveri e residenziali, dove c’erano tante persone in poco spazio e pochi modi e mezzi per trovare refrigerio. Tutto questo nonostante la pratica – a cui gli americani si riferiscono con il termine “uncapping” (“stappamento”) – fosse nei fatti illegale.
Capendo l’andazzo, alla fine degli anni Cinquanta l’amministrazione di New York decise di regolamentare l’uso degli idranti: mise infatti a disposizione degli abitanti un certo numero di chiavi inglesi e, soprattutto, un migliaio di irrigatori a pioggia, che avevano lo scopo di rendere meno intensa l’uscita dell’acqua, per evitare che il getto facesse male a qualcuno e per evitare di sprecare troppa acqua.
Da un idrante completamente aperto possono uscire più di 3mila litri al minuto; da un idrante con un irrigatore (o un diffusore, simile a quello di una doccia o una canna dell’acqua) escono meno di 100 litri di acqua al minuto.
Ancora oggi l’uso degli idranti è regolamentato in modo simile: in caso di provata necessità, chiunque abbia almeno 10 anni può andare in una centrale dei vigili del fuoco e compilare un modulo per chiedere permesso e assistenza per aprire temporaneamente un idrante e ricevere il necessario irrigatore. Non farlo comporta in teoria una multa fino a mille dollari e, in determinate circostanze, una condanna penale. Nonostante questo qualcuno continua comunque a aprire gli idranti usando una calamita (necessaria per sbloccare la parte superiore dell’idrante) e una chiave inglese. L’irrigatore è utile ma non indispensabile: come si vede in Fa’ la cosa giusta, può bastare anche una lattina.