63 morti in un attentato a un matrimonio a Kabul
È stato rivendicato dall'ISIS, mentre i talebani lo hanno definito un'uccisione «brutale»: ci sono anche 180 feriti
Sabato sera a Kabul, in Afghanistan, 63 persone sono morte nell’esplosione causata da un attentatore suicida in una sala per cerimonie dove si stava festeggiando un matrimonio. Più di 180 persone sono state ferite. L’esplosione è avvenuta alle 22.40, quando in Italia erano le 20.10, in una zona della città popolata soprattutto da musulmani sciiti, che in Afghanistan sono una minoranza. L’attentato è stato rivendicato dall’ISIS, dopo che i talebani avevano negato di essere responsabili. Non è la prima volta che gli sciiti afghani subiscono un attacco da gruppi terroristici sunniti.
L’esplosione è avvenuta nella zona della sala riservata agli uomini: di solito ai matrimoni afghani ci sono centinaia di invitati e uomini e donne festeggiano in aree separate. La sala per cerimonie si chiama “Dubai” e si trova nell’ovest di Kabul. Il numero dei morti è stato confermato dal ministero dell’Interno afghano. Un portavoce dei talebani, Zabiullah Mujaheed, aveva fatto sapere ai media afghani che il gruppo non è dietro l’attacco, ma lo «condanna con forza»: «Non ci sono giustificazioni per uccisioni deliberate e brutali di donne e bambini come questa», aveva scritto nel suo messaggio.
L’ultimo grosso attentato avvenuto a Kabul era stato l’esplosione di una bomba fuori da una stazione di polizia il 7 agosto: almeno 14 persone sono morte e 145 sono state ferite e i talebani hanno rivendicato l’attacco. Venerdì il fratello di uno dei leader dei talebani, Hibatullah Akhundzada, è stato ucciso da una bomba in una moschea vicino alla città pachistana di Quetta. Secondo una fonte anonima dei servizi segreti afghani che ha parlato con BBC, il vero obiettivo dell’attacco sarebbe stato Akhundzada stesso, che sarebbe dovuto essere presente nella moschea.
Nell’ultimo mese gli attentati in Afghanistan si sono intensificati, anche se fino ad ora ad aumentare erano stati sostanzialmente quelli dei talebani, contemporaneamente al progredire delle trattative per un accordo di pace con gli Stati Uniti. Il prossimo 28 settembre in Afghanistan sono previste le elezioni presidenziali, ma i talebani hanno chiesto di boicottarle.