Elisabetta Trenta ha cambiato decisamente idea, sulla Open Arms
La ministra della Difesa sostiene di non avere firmato il nuovo divieto contro la nave della ong per ragioni di «umanità», ma due settimane fa fece la cosa opposta
In una nota diffusa stamattina, la ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha spiegato le ragioni per cui non ha firmato il nuovo divieto di ingresso nelle acque italiane contro la nave della ong Open Arms, emesso ieri sera dal ministro dell’Interno Matteo Salvini (e ignorato dalla nave sulla base di una sentenza del TAR del Lazio di ieri pomeriggio). Trenta, che è stata scelta come ministra dal Movimento 5 Stelle, parla di ragioni di «umanità»:
«Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo».
È una decisione molto diversa da quella che la stessa Trenta aveva preso esattamente due settimane fa, l’1 agosto, quando il governo emise il primo divieto di ingresso contro la Open Arms, che aveva a bordo le stesse persone e si trovava più o meno nella stessa situazione. La maggior parte dei migranti a bordo della nave sono infatti stati soccorsi fra l’1 e il 2 agosto al largo delle coste della Libia. Al momento sulla nave ci sono 151 persone soccorse in mare, fra cui circa una trentina di minori non accompagnati.
Il cosiddetto “decreto sicurezza bis”, la legge approvata dal governo Conte che permette al ministro dell’Interno di vietare l’ingresso in acque italiane a qualsiasi nave per ragioni di sicurezza, prevede che ogni provvedimento venga preso «di concerto con il ministero della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti». E il primo divieto, in effetti, fu co-firmato sia da Trenta sia da Danilo Toninelli, il ministro dei Trasporti espresso anche lui dal M5S (nemmeno lui, secondo Repubblica, ha firmato il secondo decreto). Così come gli altri divieti emessi da Salvini contro le navi delle ong da quando è in vigore il cosiddetto “decreto sicurezza bis”.
Fra il primo e il secondo decreto contro Open Arms, però, è successa una cosa importante: l’8 agosto Salvini ha annunciato che la Lega avrebbe presentato una mozione di sfiducia contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aprendo di fatto una crisi politica che si concretizzerà nelle prossime settimane. Da allora il Movimento 5 Stelle sta cercando in vari modi di smarcarsi dalla Lega, in prospettiva di nuove elezioni o di un eventuale governo col centrosinistra.
In passato Trenta aveva già criticato alcune misure decise da Salvini – come ad esempio il depotenziamento della missione europea Sophia al largo della Libia – ma non si era mai opposta concretamente né alle chiusure informali dei porti, prima dell’approvazione del “decreto sicurezza bis”, né ai vari divieti di ingressi emessi nelle scorse settimane.