Una coalizione di 29 stati e città statunitensi ha citato in giudizio l’amministrazione Trump per bloccare le nuove regole meno stringenti sulle emissioni di CO2
Una coalizione di 29 stati e città statunitensi, per lo più a guida Democratica, ha citato in giudizio l’amministrazione Trump per bloccare le nuove regole meno stringenti sulle emissioni di CO2 da parte delle centrali a carbone. Secondo le accuse, l’Affordable clean energy emanato dell’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) non proteggerebbe in modo adeguato i cittadini dall’inquinamento e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. La causa è guidata dalla procuratrice generale di New York Letitia James e, scrive il New York Times, potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema.
Le nuove regole sulle emissioni stabilite dall’amministrazione Trump sono molto più permissive rispetto a quelle che erano state imposte dal Clean Power Plan (CPP) voluto nel 2015 da Barack Obama, che fissava limiti nazionali sull’inquinamento da biossido di carbonio delle centrali e imponeva agli stati di attuare dei piani per ridurre le emissioni entro il 2022. Ora è stato invece stabilito che i singoli stati potranno decidere da soli quali standard e quali limiti imporsi per le emissioni delle loro centrali. Durante la campagna elettorale Trump aveva insistito molto sulla volontà di cambiare le regole volute da Obama e di aiutare l’industria del carbone.