La Turchia ha distrutto più di 300mila libri
È solo l'ultimo episodio delle censure e repressioni del governo di Erdoğan dopo il fallito colpo di stato del 2016
La settimana scorsa il governo turco del presidente Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato che negli ultimi tre anni ha sequestrato e fatto distruggere 301.878 libri che – secondo la tesi del governo – erano in qualche modo legati al predicatore turco Fethullah Gülen, accusato da Erdoğan di avere organizzato il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016. La notizia era stata data dal quotidiano turco Hürriyet ma è arrivata solo di recente sui giornali occidentali grazie a un articolo del Guardian.
Il dato non è stato verificato in maniera indipendente, ma da tempo varie associazioni che si occupano di diritti umani e libertà di stampa avevano denunciato la chiusura di almeno 29 case editrici accusate di «diffondere propaganda terrorista». Le principali ong che si occupano di diritti umani accusano da tempo il governo di Erdoğan di avere chiuso giornali e incriminato giornalisti e intellettuali con accuse di facciata, con la scusa di punire i colpevoli del fallito colpo di stato.
I criteri con cui sono stati sequestrati e distrutti i libri non è chiaro, ma a giudicare dai precedenti non sembra che il governo sia andato per il sottile. Nel dicembre del 2016 un giornale turco scrisse che circa un milione e 800mila libri di scuola erano stati ritirati e ristampati, scrive il Guardian, semplicemente perché contenevano la parola “Pennsylvania”: lo stato americano dove Gülen vive da alcuni anni in un esilio auto-imposto.
Non è nemmeno chiaro come abbia fatto il governo a disfarsi di tutti questi libri. Secondo il Guardian, un sito di news turco avrebbe pubblicato un video che mostrava il sequestro e il rogo di alcuni libri, ma sembra che il video non sia più online. Turkey Purge, un sito che segnala atti di censura e repressione, cita la notizia ma senza parlare di roghi o fuochi (alcuni roghi di libri furono compiuti in Germania dai nazisti nel 1933, e ispirarono una famosa scena del romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury).
Negli ultimi tre anni la Turchia è ormai diventato un paese autoritario, in cui tra le altre cose non esiste una stampa indipendente e libera. Il governo ha uno stretto controllo del sistema giudiziario e ha fatto arrestare migliaia di persone con l’accusa di avere promosso il colpo di stato: nell’ultimo giro di arresti, avvenuto un mese fa, sono stati emessi mandati di cattura contro 200 persone fra civili e militari accusati di avere avuto legami con Gülen e i suoi sostenitori.