Sono rocce o nuvole?
La vulnerabilità della montagna, nell'indagine fotografica sulle Dolomiti di Marina Caneve
Nel progetto Are They Rocks or Clouds la fotografa Marina Caneve ha cercato di allontanarsi da una visione idilliaca e romantica della montagna, per svolgere un’indagine territoriale sulle Dolomiti e parlare di un argomento solitamente relegato alle discipline tecnico-scientifiche: il rischio idrogeologico. Le catastrofi che rendono vulnerabili la montagna e le persone che ci vivono.
Caneve ha iniziato a pensare al progetto cinque anni fa e a lavorarci seriamente nel 2016, cercando di mettere insieme con la fotografia osservazione, memoria e scienza. Il suo lavoro si svolge intorno alle Dolomiti bellunesi e parte ragionando sulla grande alluvione che si verificò nella zona nel 1966, considerandola come un evento che potrebbe ripetersi in futuro.
Le foto di Caneve raccontano del rischio costante della vita in montagna, che – come ha imparato grazie alla collaborazione con il geologo Emiliano Oddone – riguarda la dimensione dell’abitare un luogo in cui si è esposti a un pericolo. Caneve spiega che tutto il lavoro ruota intorno ad alcune parole: la distruzione, con le foto che mostrano gli effetti delle catastrofi; la protezione, da eventuali catastrofi future, con le immagini che ritraggono alcuni degli strumenti installati sulle Dolomiti o quelli del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Padova, che ha visitato per capire come vengono monitorate le frane (questo ad esempio è un estensimetro, che serve a misurare la dilatazione delle fratture); la resilienza, nelle immagini della natura che si adatta, della roccia che esce dal cemento o dell’albero danneggiato dalla frana; l’esperienza, ovvero i ritratti degli abitanti, anziani, giovani, donne e uomini che per Caneve sono i personaggi; e infine la rappresentazione, con tutte le immagini raccolte nel territorio che rappresentano gli eventi passati, come le mappe o i disegni dei bambini esposti nei paesi, fino ad arrivare all’affresco che ha trovato in una chiesa a Borca Di Cadore, che rappresenta una frana molto attiva e conosciuta nella zona, risalente al 1737.
Are They Rocks or Clouds è un progetto fotografico, ma che mette insieme diverse metodologie: Caneve non solo ha fotografato i paesaggi recenti, ma ha raccolto più di 5mila fotografie di archivio chiedendole alle persone che vivono nel territorio, “per capire come vengono rappresentate le catastrofi da chi vive in quei luoghi”. E ha studiato con l’aiuto del geologo Emiliano Oddone e dell’antropologo Annibale Salsa, per approfondire il rapporto tra l’uomo e la natura e capire concetti più tecnici.
Ora Are They Rocks or Clouds è in mostra al festival di fotografia di Cortona e dal progetto è nato un libro (disegnato da Hans Gremmen e con i testi di Oddone, Salsa e dello scrittore e curatore Taco Hidde Bakker) che si può acquistare sul sito del festival. Il titolo Are They Rocks or Clouds (Sono rocce o nuvole?) è una frase presa dal libro di Dino Buzzati La Montagna di vetro, che Caneve riteneva adatta a rappresentare la bellezza e vulnerabilità della montagna: sia le nuvole che le pietre sono elementi attraenti e potenzialmente pericolosi.
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L’installazione della mostra a Cortona
Marina Caneve è nata a Belluno nel 1988 ed è una fotografa e ricercatrice. Dal 2013 è cofondatrice di CALAMITA/Á, un gruppo di ricerca sui temi del Vajont, delle catastrofi ambientali e della geopolitica. Dal 2018 è cofondatrice di Osservatorio Cortina 2021, progetto di ricerca territoriale in vista dei campionati del mondo di sci alpino. Potete vedere queste e altre sue foto sul suo sito o sul suo account Instagram. Da ottobre il suo lavoro sarà in mostra alla galleria Fotohof di Salisburgo.