In Honduras migliaia di persone stanno protestando contro il presidente
Juan Orlando Hernández è accusato di aver finanziato la sua campagna elettorale con soldi provenienti dal narcotraffico
Martedì migliaia di persone hanno occupato le strade della capitale dell’Honduras, Tegucigalpa, per chiedere le dimissioni del presidente Juan Orlando Hernández (noto anche come JOH), accusato di aver ricevuto soldi da organizzazioni legate al traffico di droga per finanziare – anche con attività corruttive – la sua campagna politica del 2013. Durante la marcia, organizzata dai sindacati, ci sono stati scontri tra i manifestanti e gli agenti di polizia in tenuta antisommossa, che hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e idranti nel tentativo di disperdere la folla. Almeno cinque persone sono state ferite e tre negozi sono stati incendiati.
Le accuse contro Hernández arrivano da un documento depositato lo scorso venerdì a New York in seguito a un’indagine condotta dalla procura federale degli Stati Uniti sul fratello minore del presidente, Juan Antonio (Tony) Hernández, arrestato a novembre con l’accusa di aver importato tonnellate di cocaina negli Stati Uniti tra il 2004 e il 2016. Il presidente Hernández è accusato di aver usato un milione e mezzo di dollari provenienti dal traffico di droga del fratello per corrompere le amministrazioni locali honduregne, all’interno della campagna elettorale che nel 2013 lo portò a vincere le elezioni presidenziali. Hernández ha negato le accuse, definendosi vittima di una campagna di diffamazione da parte dei narcotrafficanti e accusando i politici dell’opposizione di aver cospirato contro di lui.
Per la sua posizione geografica, l’Honduras è il principale punto di passaggio del traffico di droga che dall’America latina arriva negli Stati Uniti, ed è uno dei paesi al mondo col più alto tasso di criminalità. Quelle di martedì non sono le prime proteste contro Hernández: negli anni è stato accusato in più occasioni di essersi appropriato di fondi pubblici e aver ricevuto denaro per vie illecite. Hernández è al suo secondo mandato nonostante in Honduras la costituzione non ne consenta più di uno, grazie a una sentenza della Corte Suprema, ed è sostenuto dagli Stati Uniti, che lo considerano un alleato e ne hanno riconosciuto la legittimità anche dopo le elezioni del 2017, dove Hernández vinse per pochissimi voti e con una campagna elettorale da molti duramente criticata.