Negli ultimi tre mesi è stata disboscata una superficie di Amazzonia molto maggiore rispetto agli scorsi anni
Gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE), pubblicati martedì, dicono che tra maggio e luglio di quest’anno è stata disboscata una parte di foresta amazzonica maggiore di quella disboscata nello stesso periodo nel 2018, nel 2017 e nel 2016. È il più grande aumento nel tasso di deforestazione da quando nel 2014 l’INPE ha messo in piedi l’attuale metodo per stimarla. Solo a luglio la foresta ha perso 2.254 chilometri quadrati di superficie, quanto la provincia di Latina: tra il triplo e il quintuplo della superficie persa nel luglio degli ultimi quattro anni.
Questi dati si aggiungono a quelli già allarmanti diffusi dalle agenzie brasiliane che si occupano di ambiente nelle scorse settimane, secondo cui sembra che Jair Bolsonaro, presidente del Brasile dall’inizio dell’anno, stia mantenendo la sua promessa elettorale di ridurre le regolamentazioni che tutelano lo sfruttamento della Foresta amazzonica, viste come un ostacolo alla crescita economica.
L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale al mondo, con una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati, più del 60 per cento dei quali in territorio brasiliano. È uno degli ecosistemi più ricchi al mondo, ed è fondamentale per un sacco di cose: dalla rimozione di anidride carbonica nell’atmosfera (ne assorbe 2 miliardi di tonnellate all’anno) al suo ruolo centrale nel rilascio di vapore acqueo, che determina poi la quantità di piogge e di conseguenza un sacco di altre cose, dalle correnti oceaniche alle temperature globali.