Gli altri supermercati senza casse
Dopo quelli di Amazon negli Stati Uniti, anche in Europa alcune catene ne hanno iniziato la sperimentazione
Nel gennaio del 2018 Amazon ha inaugurato il primo supermercato senza casse, chiamato Amazon Go, che permette ai clienti di prendere i prodotti che vogliono dagli scaffali, metterli in borsa e uscire senza il bisogno di fermarsi a una cassa a pagare. Il funzionamento del negozio è possibile grazie all’utilizzo di centinaia di telecamere e sensori che riconoscono i clienti e quello che prendono dagli scaffali, dopo che questi si sono identificati all’ingresso scansionando un codice attraverso un’applicazione.
I clienti non devono fare nessuna fila e possono uscire liberamente dal supermercato dopo aver fatto la spesa: il costo degli oggetti presi viene addebitato successivamente all’uscita dal supermercato sulla propria carta di credito. Al momento i supermercati Amazon Go sono 13 e si trovano solo negli Stati Uniti (a Seattle, San Francisco, Chicago e New York). Non si sa ancora se e quando arriveranno in Europa ma, secondo quanto riferito a Bloomberg da una fonte informata sui fatti, Amazon vorrebbe aprirne circa 3mila entro il 2021 in diverse città del mondo.
Le potenzialità di questo nuovo servizio – specialmente per i possibili risparmi che comporterebbe per la minore forza lavoro impiegata – hanno suscitato la curiosità anche di altre catene nel resto del mondo, che stanno studiando come introdurre a loro volta una propria versione di Amazon Go. Il Wall Street Journal ha raccontato per esempio il caso della catena di supermercati britannica Tesco che di recente ha presentato ai propri investitori il progetto di un supermercato che, così come Amazon Go, permette ai clienti di fare la spesa e uscire senza dover passare da una cassa.
Per ora è solo un esperimento, sviluppato in collaborazione con la startup israeliana Trigo Vision, ma Tesco ha in programma di aprire al pubblico il suo primo supermercato senza casse il prossimo anno. Il test è stato effettuato in un supermercato di circa 400 metri quadrati, dove sono state installate 15o telecamere in grado di identificare i clienti e i prodotti che questi prendevano dagli scaffali. Il sistema ideato da Tesco, secondo quanto detto dall’azienda agli investitori, costerebbe un decimo di quello di Amazon, anche perché non prevede l’utilizzo di sensori ottici ma solo di videocamere. Tesco ha anche detto che l’identificazione dei singoli clienti avverrà tramite un’app o una carta fedeltà da mostrare all’ingresso e all’uscita dal supermercato.
Un’altra catena di supermercati che sta sviluppando un proprio sistema di negozi senza casse è la francese Carrefour – che è presente anche in Italia con più di mille punti vendita – che nella sua sede di Massy, in Francia, ha inaugurato a giugno un piccolo negozio di 50 metri quadri riservato ai propri impiegati, dove le telecamere e i sensori ne registrano gli acquisti. Come in Amazon Go e nel progetto di Tesco, anche qui non è necessario scansionare i propri acquisti prima di uscire, ma a differenza dei suoi concorrenti ci si deve fermare per effettuare il pagamento.
Negli Stati Uniti anche la grande catena Walmart ha iniziato a sperimentare tecnologie simili in un suo punto vendita di New York, ma a differenza di Amazon Go qui telecamere e sensori servono all’azienda a fare l’inventario e a controllare la presenza dei prodotti sugli scaffali, e non ai clienti per acquistarli senza passare per le casse.
Vasco Portugal, cofondatore della Sensei Tech, una startup portoghese che realizza la tecnologia necessaria al riconoscimento dei prodotti tramite telecamere e sensori nei supermercati, ha detto al Wall Street Journal che inizialmente convincere i rivenditori a investire nei suoi prodotti è stato molto difficile, ma che dopo l’arrivo di Amazon Go improvvisamente le catene di supermercati hanno cominciato a interessarsi. Portugal ha anche detto che ad ora ci sono tre catene europee che hanno intenzione di introdurre le tecnologie della sua azienda nei propri punti vendita entro quest’anno.
L’adozione di queste tecnologie da parte delle varie catene implica però diversi problemi che ne possono rallentare la diffusione. C’è la questione della privacy, che preoccupa chi pensa che le telecamere siano un rischio per la protezione dei propri dati personali, e poi ci sono i costi che comportano i supermercati senza casse. I sistemi di riconoscimento di immagini sono infatti molto costosi, e soprattutto se utilizzati in grandi locali necessitano di computer con enormi potenze di calcolo in grado di elaborare tutti i dati raccolti. Secondo Portugal, comunque, questi costi sono in diminuzione, rendendo quindi i sistemi di riconoscimento dei prodotti più facilmente fattibili in futuro.
C’è poi un’altra questione che è stata sollevata negli Stati Uniti e che riguarda l’impossibilità di pagare negli Amazon Go tramite contanti: secondo chi la critica, penalizzerebbe le persone più povere, che spesso fanno la spesa con i contanti. Per questo motivo alcune città, come San Francisco, stanno valutando l’ipotesi di vietare i supermercati che non accettano pagamenti in contanti.
In generale per ora, scrive il Wall Street Journal, sembra che ai supermercati senza casse siano più interessati in Europa che negli Stati Uniti. Il motivo, secondo Bruno Monteyne, analista della Bernstein Research, è che nel settore dei supermercati degli Stati Uniti c’è meno concorrenza, e quindi l’adozione di nuove tecnologie avviene storicamente più in ritardo che in Europa. Inoltre i supermercati statunitensi sono generalmente molto ma molto più grandi di quelli europei, cosa che comporta un aumento dei costi notevole per l’installazione di telecamere e sensori.