Dal primo ottobre non si venderanno più biglietti e abbonamenti solo ferroviari per viaggiare tra Milano e Monza
Lo ha deciso la giunta regionale di centrodestra: si potranno usare solo i nuovi biglietti integrati, in certi casi a costi parecchio maggiori
Dal 15 luglio è in vigore un nuovo sistema tariffario del trasporto pubblico locale a Milano e nei comuni della città metropolitana di Milano e della provincia di Monza e Brianza, che permette di viaggiare con un solo biglietto su tutti i mezzi pubblici del territorio, con prezzi che variano a seconda di quante zone tariffarie si attraversano (qui avevano spiegato bene tutto il funzionamento). Trenord, la società ferroviaria controllata dalla regione Lombardia e da Trenitalia, all’inizio aveva aderito solo parzialmente al nuovo sistema tariffario, a causa dei contrasti tra la regione (governata dal centrodestra) e il comune di Milano (di centrosinistra), ma il 4 luglio è stato trovato un accordo che permette di utilizzare il biglietto integrato di ATM anche sui treni di Trenord che collegano Milano ai comuni limitrofi che fanno parte della Città metropolitana di Milano e ai comuni della provincia di Monza e Brianza.
Dal 15 luglio è quindi possibile utilizzare sui treni di Trenord sia i nuovi biglietti integrati che quelli solo ferroviari, a seconda di quale convenga di più. I nuovi biglietti integrati costano infatti di più di quelli solo ferroviari, ma permettono di utilizzare anche i mezzi pubblici di ATM. Mercoledì, però, una delibera proposta dall’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi, e approvata dalla giunta regionale di centrodestra, ha ratificato l’accordo con ATM e aggiunto che dal primo ottobre i biglietti esclusivamente ferroviari non saranno più validi nelle tratte comprese tra Milano e i comuni della provincia di Monza e Brianza compresi nel nuovo sistema tariffario.
Questo vuol dire che dal primo ottobre i viaggiatori che, per esempio, non hanno intenzione di utilizzare anche i mezzi pubblici ma solo di spostarsi in treno dovranno comunque acquistare un biglietto integrato, a un costo maggiore di quello attuale di un biglietto solo ferroviario. Verranno cancellati anche gli abbonamenti “Trenocittà Milano”, “Trenocittà Monza” e “Io viaggio ovunque in Provincia” (quest’ultimo limitato alle province di Milano e Monza e Brianza), mentre gli abbonamenti già emessi continueranno a essere validi fino alla loro scadenza. La decisione della regione provocherà rincari che potranno superare anche il 40 per cento, in alcuni casi, come scrive Il Giorno: per esempio «il mensile valido tra Arcore e Milano passerà da 46,50 a 70 euro, quello valido tra Milano e Carnate da 59 a 77 euro».
Come spiega il Corriere della Sera la delibera di Terzi dovrà essere approvata entro il 30 settembre dall’Agenzia di Bacino, l’agenzia che si occupa del trasporto pubblico locale nel bacino della Città metropolitana di Milano e nei comuni della provincia di Monza e Brianza. Come ha osservato il consigliere regionale del PD Pietro Bussolati, in realtà questa misura non aveva carattere d’urgenza, visto che il regolamento regionale del 2014 prevede fino a 5 anni di tempo per allineare le tariffe ferroviarie a quelle integrate.
Terzi ha risposto a Bussolati su Facebook, dando la colpa al comune di Milano e alla decisione di istituire il nuovo sistema tariffario: «Più volte», scrive Terzi, «ho detto al comune e all’Agenzia di bacino che occorreva del tempo per rendere maggiormente armonica la misura del biglietto unico, scongiurando storture che avevamo paventato da subito, da quando Milano aveva deciso l’aumento delle tariffe ATM in maniera unilaterale. Regione e Trenord sono al lavoro per definire misure di compensazione a favore dei pendolari, in modo da contenere i disagi: la delibera regionale approvata oggi prevede uno specifico mandato in tal senso. Il Comune di Milano e l’Agenzia Tpl milanese facciano altrettanto, rinuncino a una parte degli introiti milionari derivanti dall’aumento del biglietto a due euro per aiutare i pendolari».