Gli incidenti finti, per spaventare gli studenti
Gli Stati Uniti li mettono in scena nelle scuole – con tanto di auto distrutte e sacchi per cadaveri – per dissuadere dal guidare ubriachi: ma non si sa se funzionino davvero
Da quasi 25 anni, in quasi tutti gli Stati Uniti esiste un programma speciale che coinvolge per un paio di giorni all’anno le scuole superiori: si chiama “Every 15 Minutes” e consiste in una rappresentazione estremamente realistica e drammatica di un incidente stradale mortale. Partecipano studenti, insegnanti, genitori, forze dell’ordine e molte altre persone, ed è un bizzarro e controverso progetto per sensibilizzare gli adolescenti sulla guida in stato di ebbrezza. La giornalista Andy Wright ha raccontato sul sito Topic la storia del progetto e una sua rappresentazione a Shingle Springs, una piccola cittadina californiana.
“Every 15 Minutes” (“Ogni 15 minuti”) esiste dalla fine degli anni Ottanta e nacque in Canada, per poi essere adottato per la prima volta negli Stati Uniti a Spokane, nello stato di Washington. Il nome fa riferimento alla statistica dell’epoca sulla frequenza delle morti per incidenti stradali legati al consumo di alcol. Oggi quella statistica è cambiata – ce n’è una ogni 50 minuti – ma il nome è rimasto uguale, così come l’elaborata e impressionante messinscena che accompagna l’evento.
Alcuni studenti scelti, infatti, vengono truccati pesantemente con ferite e sangue finto, e vengono fatti sistemare dentro auto mezze distrutte fornite solitamente dallo sfasciacarrozze locale. La riproduzione dell’incidente viene allestita davanti alla scuola che organizza l’evento, ma “Every 15 Minutes” è un evento sentito da buona parte della comunità, specialmente in posti piccoli come Shingle Springs.
Alla Ponderosa High School, “Every 15 Minutes” viene organizzato una volta ogni due anni per gli adolescenti delle ultime due classi. In California è un evento gestito direttamente dalla polizia stradale, e finanziato dall’ente pubblico che si occupa della sicurezza stradale: nel 2019 sono stati stanziati 1,4 milioni di dollari. Le 160 scuole coinvolte in California hanno ricevuto fino a 6.000 dollari per mettere in piedi il programma, con l’aiuto delle forze dell’ordine locali.
Esiste un manuale di 109 pagine con le linee guida per organizzare la messinscena. Il momento più importante è la riproduzione dell’incidente, che avviene davanti a tutte le persone partecipanti al programma: è uno spettacolo piuttosto realistico, con ambulanze e soccorritori che simulano un intervento d’emergenza, con tanto di sacchi neri in cui vengono sistemati gli adolescenti che, da sceneggiatura, muoiono nell’incidente. Questi vengono poi trasferiti in un posto nascosto per rimanerci 24 ore, senza telefono e senza contatti con l’esterno, per simulare la loro morte e rendere il tutto più realistico ad amici e familiari.
Il giorno dopo, poi, c’è il funerale, celebrato nella scuola e con bara e discorsi di genitori, amici, insegnanti e preside, davanti al resto degli studenti. È prevista addirittura una persona che, vestita da morte e con tanto di falce, passa di classe in classe per chiamare i ragazzi scelti per interpretare quelli coinvolti nell’incidente o una serie di comparse chiamate “morti viventi”, che vengono truccate da zombie e servono sostanzialmente a interpretare le altre vittime di incidenti stradali.
Su YouTube ci sono molti video di rappresentazioni di Every 15 Minutes, pieni di sangue finto.
A Sacramento c’è un coordinatore statale che lavora a tempo pieno sul programma “Every 15 Minutes” in California, che coinvolge circa 130 mila studenti ogni anno: ma iniziative simili esistono, talvolta con nomi diversi, in tutti gli Stati Uniti.
Il principio su cui si basa l’evento, però, è considerato da molti problematico, e soprattutto non ha vere basi scientifiche. Prende ispirazione da un programma degli anni Settanta chiamato “Scared Straight”, che consisteva nel portare in carcere gli adolescenti considerati a rischio di delinquenza, perché si spaventassero davanti ai detenuti. Il programma fu oggetto di un documentario del 1978 che vinse anche il premio Oscar. Le ricerche scientifiche, però, hanno successivamente screditato “Scared Straight”, sostenendo che non solo non funzionava, ma che anzi era più probabile che i ragazzi coinvolti finissero poi davvero in carcere.
Questo genere di programmi, basati sull’incutere spavento e paura negli adolescenti, è spesso criticato. Uno studio pubblicato nel 2015 dalla American Psychological Association dice che in certi casi possono funzionare, ma principalmente nel caso di comportamenti “una tantum”: possono essere efficaci per convincere le persone a fare il vaccino anti-influenzale, per esempio, ma non nel cambiare il loro stile di vita quotidiano.
Nel caso di guida in stato di ebbrezza, e nel caso di adolescenti, ci sono molti dubbi sull’efficacia di strategie del genere.
Un’analisi commissionata nel 2014 dall’agenzia per la sicurezza stradale dello stato di Washington ha concluso che “Every 15 Minutes” «non ha prodotto cambiamenti significativi e a lungo termine sui comportamenti» degli studenti. I sostenitori del progetto citano la drastica riduzione degli incidenti stradali legati all’alcol tra gli adolescenti, calati del 47 per cento tra il 2015 e il 2018: ma non ci sono prove che questo sia legato a “Every 15 Minutes”. Nei suoi 24 anni di storia non ci sono mai stati studi scientifici seri sull’efficacia del programma. Secondo molti, la riduzione nelle morti causate da guida in stato di ebbrezza – passate da oltre 26mila all’anno negli Stati Uniti nel 1982 alle meno di 11mila del 2017 – è il risultato di leggi più severe, che hanno reso illegale comprare alcol ai minori di 21 anni, hanno introdotto un limite di alcol nel sangue per guidare, intensificato i controlli e inasprito le pene.
Nella rappresentazione alla Ponderosa High School a cui ha assistito Wright, a un certo punto è arrivato perfino un elicottero della polizia, una componente importante della messinscena che contribuisce a rendere il tutto più drammatico e coinvolgente.
Dopo la scena dell’incidente, con tutti i dettagli macabri e il sangue finto, la parola è passata alla preside che ha letto un necrologio delle vittime designate. Il giorno dopo, nella palestra della scuola sono stati sistemati la bara e un podio, dal quale hanno letto un ricordo dei ragazzi i loro amici e perfino i loro genitori. Tra le sedie del pubblico sono stati distribuiti fazzoletti per asciugarsi le lacrime. Il culmine della cerimonia è arrivato quando gli studenti “morti” nell’incidente e quelli truccati da morti viventi sono entrati nella palestra posando una rosa sulla bara: a quel punto, racconta Wright, è partito un video di oltre 20 minuti prodotto da uno studio locale, che ha ricostruito l’incidente a partire dalla festa degli studenti. Alla fine del video sono state inquadrate le tombe dei ragazzi, con la toccante canzone “Tears in Heaven” di Eric Clapton in sottofondo.
Qualcuno quest’anno aveva pensato di cancellare la rappresentazione di “Every 15 Minutes” alla Ponderosa High School, visto che negli ultimi tre anni la classe degli studenti più grandi – quella normalmente protagonista dell’evento – ha subìto diversi lutti, tra cui una morte per annegamento, una per suicidio, e una proprio per un incidente stradale. Alla fine la scuola ha deciso di organizzarla comunque, ma scegliendo le finte vittime nelle classi degli studenti più piccoli, tenendo delle aule disponibili per gli studenti che non se la fossero sentita e contattando degli psicologi per seguire da vicino i ragazzi nei due giorni dell’evento.
Dopo la sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, in cui furono uccisi 14 studenti, molte scuole americane decisero di cancellare la rappresentazione.
Christopher Hammond, docente di psichiatria e scienze comportamentali alla Johns Hopkins School of Medicine, specializzato in adolescenti e abuso di alcol e droga, ha spiegato a Wright che senza adeguate ricerche è difficile ipotizzare eventuali effetti negativi di “Every 15 Minutes” sugli studenti. Secondo Hammond, però, per gli adolescenti con dei traumi alle spalle «riportarli a quelle esperienze può farli sentire peggio». Tanto più che ci sono stati casi in cui le scuole sono uscite dal copione, arrivando a fare notizia: nel 2008, in una città a sud di Los Angeles, le forze dell’ordine informarono gli studenti della scuola superiore locale che diversi loro compagni erano morti in un incidente. Passarono ore prima che venisse spiegato loro che era tutto finto. «Erano traumatizzati, ma volevamo che lo fossero. È così che recepiscono il messaggio» aveva spiegato lo psicologo della scuola.