Le novità sull’omicidio del carabiniere a Roma, messe in ordine
I giornali italiani hanno pubblicato le identità dei due ragazzi coinvolti, oltre a nuove informazioni su come sono andate le cose
Stanno emergendo diverse nuove informazioni sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega nel centro di Roma, nella notte fra giovedì 25 e venerdì 26 luglio. I giornali italiani hanno pubblicato fra le altre cose l’identità dei due ragazzi sospettati e nuovi dettagli sulla dinamica. Sono informazioni che però vanno prese con grande cautela: in questa fase delle indagini le informazioni provengono soprattutto dagli investigatori e dalla procura, e bisognerà capire se in sede di processo verranno contestate dalla difesa. Intanto, dopo avere confessato l’omicidio con gli investigatori, i due ragazzi non hanno risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari.
I ragazzi sono stati identificati come Gabriel Christian Natale-Hjorth e Finnegan Lee Elder. Hanno rispettivamente 18 e 19 anni e sono nati entrambi a San Francisco, California. Si sono diplomati alla Tamalpais High School di Mill Valley, scrive Repubblica, un liceo della zona di San Francisco. ABC News aggiunge che l’area di Mill Valley è un «ricco quartiere a 16 chilometri a nord di San Francisco», che nel tempo è diventato «una destinazione desiderabile per famiglie attirate dai quartieri sicuri e pieni di verde e le sue apprezzate scuole pubbliche». La famiglia di Elder Lee ha diffuso un comunicato in cui esprime le condoglianze per la morte di Rega e aggiunge di non essere riuscita a parlare col figlio.
Stando ai giornali italiani, Natale-Hjorth ha origini italiane ed era in Italia da qualche giorno per fare visita ad alcuni parenti; Lee Elder «era arrivato da poco», scrive Repubblica. Gli spostamenti dei due ragazzi nei giorni precedenti all’omicidio non sono noti, ma i giornali concordano sul fatto che i due sono stati arrestati poche ore prima che facessero ritorno negli Stati Uniti.
Sulle loro condizioni nella notte fra giovedì e venerdì ci sono ancora versioni discordanti. La Stampa scrive che secondo fonti investigative i due avevano «probabilmente» bevuto alcolici, «non è chiaro se prima o dopo il delitto». Altri fanno notare che nella loro stanza d’albergo – alloggiavano al Le Meridien Visconti, quattro stelle – sono state trovate confezioni di Xanax, un ansiolitico piuttosto comune negli Stati Uniti e diffuso anche in Italia. Nella stessa stanza, nascosto in un pannello del soffitto, è stato anche ritrovato il coltello che secondo le fonti investigative è stato usato per uccidere Rega.
La dinamica dell’omicidio sembra invece essere stata chiarita, almeno nella ricostruzione che ne stanno facendo gli investigatori. Nelle prime ore di venerdì i ragazzi stavano cercando di comprare una piccola quantità di droga, e sono stati indirizzati verso uno spacciatore da Sergio Brugiatelli, un 47enne con alcuni piccoli precedenti. Lo spacciatore però gli ha venduto dell’aspirina al posto di cocaina: dopo averlo scoperto, i ragazzi hanno rubato lo zaino di Brugiatelli, a cui poi hanno chiesto di presentarsi poco dopo in via Cossa con una somma di denaro (sembra 100 euro) per riaverlo indietro.
A quel punto Brugiatelli ha avvertito i carabinieri. La giornalista Federica Angeli, su Repubblica, ha scritto che secondo la versione «non ufficiale» raccolta dalle sue fonti, «Brugiatelli sarebbe una fonte confidenziale dei carabinieri ed è a quattro militari che incontra per strada a Trastevere che denuncia quanto accaduto. A quel punto sono loro a chiedere ai colleghi di piazza Farnese di presentarsi all’appuntamento con i due americani. Un intervento di favore al confidente, senza avvertire i superiori». Anche Fanpage scrive che Brugiatelli era un «informatore» di Rega, che sarebbe intervenuto per aiutarlo a recuperare lo zaino come favore personale.
Il Corriere della Sera ha invece pubblicato la registrazione della chiamata che Brugiatelli ha fatto al 112 per denunciare il furto dello zaino. È la dimostrazione che l’uomo, almeno nelle fasi iniziali, ha cercato di recuperare lo zaino passando per i canali ufficiali: la telefonata si conclude con l’operatore che dice a Brugiatelli «attenda lì, stiamo arrivando». Non è ancora chiaro cosa sia successo dopo, e perché Rega e il suo collega Andrea Varriale abbiano deciso di incontrare i due ragazzi in borghese.
Brugiatelli è anche la persona che secondo la ricostruzione del Corriere della Sera ha descritto per primo i due ragazzi americani come «magrebini» (definizione poi trapelata e ripresa da tutti i giornali nazionali). Il Corriere riporta una dichiarazione fra virgolette che Burgiatelli avrebbe riferito agli investigatori: «Gli avevo tirato il “pacco” con la cocaina e quelli per reazione m’avevano portato via di forza lo zaino, perciò avevo paura di loro, così quando ho chiamato il 112 per dare l’allarme l’ho detto io che erano stati due magrebini e non due americani a derubarmi. Volevo un po’ depistare». Nel pomeriggio si è saputo che la polizia ha individuato lo spacciatore che avrebbe venduto l’aspirina ai due ragazzi.
Secondo la ricostruzione della procura, Natale-Hjorth e Lee Elder hanno fornito una versione simile, ma non identica, sull’incontro coi due carabinieri e l’omicidio di Rega. Scrive la Stampa:
«A questo punto – scrive il pm nel decreto di fermo – le versioni dei due sono parzialmente coincidenti: Natale ammette «che il carabiniere che gli si è avvicinato si è qualificato, benché non fosse in divisa, mentre Elder nega la circostanza, o comunque si nasconde dietro alla propria difficoltà di comprendere la lingua italiana». Entrambi iniziano una colluttazione con i militari e «benché nessuno dei due carabinieri avesse estratto un’arma», Hjort si lancia su Varriale mentre Lee, ricostruisce il pm, «bloccato da Cerciello, estraeva un coltello colpendo più volte al tronco la vittima in zona vitale, desistendo dall’azione solo quando percepiva di averlo sopraffatto». Cerciello, racconta Lee, «urlava» e a quel punto «si fermava anche Natale: sta di fatto che a quel punto i due ragazzi fuggivano in direzione dell’albergo e provvedevano poi a occultare e ripulire l’arma utilizzata».
Al momento i due ragazzi si trovano nel carcere di Regina Coeli. Natale-Hjorth non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari e ha rimandato al verbale che contiene la sua confessione. Lee Elder si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è trovato un avvocato italiano, Francesco Codini.