Il roaming lo avete capito bene?
Dal 2017 l'UE ha abolito i costi extra per le chiamate e per la navigazione, ma è meglio ripassare le regole prima di partire per le vacanze
Siamo ormai a fine luglio e quindi in molti hanno già prenotato ferie, alberghi, voli e tutto il resto. Se la meta prescelta è nell’Unione Europea, però, potrebbe sorgervi un dubbio che non ha niente a che vedere con preparativi e bagagli: com’è che funziona con i costi delle telefonate coi cellulari in Europa? Forse vi ricordate che le norme sono cambiate da poco: sì, ma come? Si era parlato molto della fine del roaming, ma è probabile che – se non avete ancora avuto a che fare direttamente con la cosa – possiate avere grossi dubbi. In parte perché alcuni aspetti non erano chiarissimi a tutti anche quando la riforma del roaming fu introdotta nel 2017, e poi perché ci sono alcune novità rispetto a due anni fa.
L’abolizione dei costi extra del roaming
Il roaming, detto in sintesi, è l’uso di una rete cellulare diversa dalla propria per chiamate, SMS e Internet, e avviene solitamente mentre ci si trova all’estero, dove il nostro operatore telefonico abituale non è disponibile. Prima del 2017 usare internet o telefonare in roaming aveva costi molto elevati, ma una riforma approvata nel giugno 2017 dall’Unione Europea aveva provocato la quasi totale scomparsa di costi extra quando si usa il telefono in roaming nei paesi dell’Unione.
Ora, con il regolamento chiamato Roam like at home, le telefonate, i messaggi e il traffico internet nell’Unione Europea rientrano nei pacchetti stipulati con l’operatore nazionale. Per telefonare e mandare messaggi possiamo utilizzare le tariffe che abbiamo con il nostro operatore, che rimangono invariate, sia se chiamiamo un cellulare che un numero fisso. Per il consumo di giga di internet, invece, il discorso è più complicato: una certa quantità di dati è sempre garantita al costo “domestico”, ma oltre una certa soglia di utilizzo gli operatori possono applicare tariffe diverse.
Il roaming per il traffico dati
Con le nuove regole, usare internet dal cellulare quando si è all’estero nell’Unione Europea costa come quando ci si trova nel proprio paese solo fino a che non si supera la cosiddetta soglia di “uso corretto”, un limite variabile che dipende dal costo del proprio piano tariffario (e che per i piani tariffari molto costosi può anche non esistere). Superata quella soglia, gli operatori telefonici possono applicare altre tariffe, i cui limiti massimi sono comunque stati stabiliti dall’Unione Europea.
Il regolamento prevede la possibilità per gli operatori di applicare tariffe diverse da quelle domestiche solo quando i piani tariffari sono considerati molto vantaggiosi: quando cioè prevedono un costo per gigabyte di traffico inferiore a 2,25 euro (cioè molto spesso, viste le dimensioni dei “pacchetti” offerti da molti operatori). In questi casi quindi entra in gioco la soglia di “uso corretto”, che viene stabilito dividendo il costo mensile del proprio piano tariffario per 4,5 (il prezzo massimo di un giga a cui abbiamo accennato), moltiplicando poi il risultato per due. Il risultato sarà la soglia di giga oltre la quale potrebbero essere applicate tariffe diverse da quelle normali.
Va comunque specificato che il regolamento stabilisce un prezzo massimo dei dati internet anche oltre la soglia di “uso corretto”: non può essere superiore a 4,50 euro per giga IVA esclusa per il 2019, ma nei prossimi anni questo prezzo scenderà gradualmente fino ad arrivare a 2,50 euro nel 2022.
Il sistema è un po’ macchinoso (stiamo pur sempre parlando di un regolamento della UE) ma si capisce bene con un esempio: poniamo di avere un’offerta per cui abbiamo minuti e SMS illimitati e 12 giga di internet. Paghiamo questa offerta 16 euro. Siccome viene considerata un’offerta vantaggiosa, l’operatore può applicare una soglia diversa da quella nazionale, calcolandola così: 16 ÷ 4,5 × 2. Il risultato è 7,1 e sarà la nuova soglia di giga compresa nel piano tariffario quando si è in roaming (ci sono altri esempi simili anche nella sezione FAQ del regolamento, che trovate in fondo a questo link). Questo calcolo va fatto anche in caso di offerta con giga illimitati, e come si vede dipende da quanto paghiamo, non da quanti giga abbiamo a disposizione: se si supera quella soglia mentre siamo all’estero, si fa riferimento al prezzo massimo stabilito dall’UE, 4,50 euro per giga.
Quando l’operatore applica questi limiti, è tenuto a informare direttamente l’utente. Sui siti di alcune compagnie telefoniche c’è un modulo con cui si possono calcolare i giga disponibili nei paesi dell’UE, ma per evitare inconvenienti è utile chiamare il proprio operatore prima di partire e chiedere informazioni più dettagliate, poiché i piani tariffari possono essere molto diversi tra loro.
Anche nel caso in cui si utilizzi una SIM prepagata l’operatore può applicare un limite di dati utilizzabili in roaming: in questo caso può farlo quando il prezzo pagato per un giga con questa ricaricabile sia inferiore ai 4,50 euro fissati dal regolamento, e il calcolo si fa dividendo per 4,5 il credito residuo nella carta al momento dell’inizio del roaming.
Il roaming per chiamate e messaggi
Il nuovo regolamento sul roaming prevede anche che quando andiamo all’estero e chiamiamo il nostro paese o un altro paese dell’Unione Europea valgano le tariffe a disposizione con il nostro piano nazionale. Non ci sono più da fare quei complicati calcoli sui costi diversi per chi chiama e chi riceve la chiamata, per esempio: le telefonate fatte dall’estero costano come quelle fatte dall’Italia verso l’Italia.
Il regolamento Roam like at home ha stabilito però anche le tariffe massime per chiamate e SMS dall’Italia (o da qualsiasi paese UE in cui avete la residenza) verso altri paesi dell’UE: si può spendere un massimo di 19 centesimi più IVA al minuto per le chiamate e un massimo di 6 centesimi più IVA per gli SMS. Quindi se ci si trova in Italia e si chiama l’estero, non valgono le regole per il roaming, ma ci sono comunque delle tariffe massime.
Dove valgono le regole europee sul roaming
I paesi che aderiscono a questo regolamento sono tutti i 28 dell’Unione Europea (compreso il Regno Unito, almeno finché non sarà completata la Brexit). Oltre a questi, il regolamento Roam like it home è adottato anche dai paesi dell’Area economica europea (EEA), cioè Norvegia, Islanda e Liechtenstein. In Svizzera, invece, il regolamento non è valido, nonostante abbia alcuni accordi bilaterali con l’UE e faccia parte dell’area europea di libero scambio.