In Corea del Sud i benzinai si rifiutano di servire i clienti con auto giapponesi
Nell'ambito di un più ampio boicottaggio che è conseguenza di una storia di cento anni fa
Da qualche settimana i rapporti tra Giappone e Corea del Sud sono diventati piuttosto tesi a causa di una storia vecchissima, che risale alla prima metà del Novecento e riguarda i sudcoreani che furono costretti a lavorare nelle fabbriche giapponesi durante l’occupazione della penisola coreana da parte del Giappone, durata dal 1910 al 1945. Le tensioni sono aumentate negli ultimi giorni: dopo un boicottaggio di prodotti giapponesi attuato da moltissimi sudcoreani – si è arrivati al rifiuto dei gestori delle pompe di benzina di servire clienti con auto giapponesi – il Giappone ha iniziato il procedimento per rimuovere la Corea del Sud dalla lista dei paesi con cui intrattiene rapporti commerciali più proficui ed estesi. Il governo sudcoreano ha protestato, ma per ora la crisi non è stata ancora risolta.
Le prime tensioni tra i due paesi, che da decenni hanno importanti accordi commerciali e di sicurezza, sono emerse lo scorso anno, dopo che un tribunale sudcoreano aveva stabilito che diverse società giapponesi avrebbero dovuto risarcire i sudcoreani costretti a lavorare nelle loro fabbriche durante gli anni dell’occupazione. Il Giappone aveva protestato, sostenendo che la questione fosse già stata risolta da un trattato del 1965 e che la sentenza del tribunale sudcoreano violasse il diritto internazionale.
All’inizio di luglio il governo giapponese ha deciso una misura più drastica come ritorsione: ha limitato le esportazioni verso la Corea del Sud di materiali ad alta tecnologia usati per la produzione di componenti come microchip e schermi, una parte fondamentale del settore produttivo sudcoreano.
Molti sudcoreani hanno reagito iniziando il boicottaggio di prodotti giapponesi. Come ha raccontato il Korean Times, l’homepage dell’Associazione delle stazioni di benzina coreana ha invitato tutti i gestori di pompe di benzina a unirsi al boicottaggio e rifiutarsi di servire clienti con macchine giapponesi. I giornali riportano molte testimonianze di gestori che dicono di aver aderito all’iniziativa. Il 19 luglio un’associazione di meccanici ha annunciato che i suoi membri non avrebbero più riparato auto giapponesi. Ci sono dati che mostrano che il boicottaggio ha attecchito: la scorsa settimana le vendite di birra giapponese in Corea del Sud sono diminuite del 40 per cento, mentre le prenotazioni turistiche di sudcoreani in Giappone sono crollate del 70 per cento, secondo i dati riportati dalla stampa locale. Ci sono state anche proteste di fronte all’ambasciata giapponese a Seul.
A sua volta il Giappone ha risposto annunciando di voler rivedere l’inclusione della Corea del Sud nella cosiddetta “lista bianca”, cioè la lista dei paesi con minime restrizioni al commercio bilaterale. Il ministro dell’Industria sudcoreano, Sung Yoon-mo, ha detto che l’eventuale mossa giapponese potrebbe danneggiare in maniera significativa la collaborazione economica e di sicurezza tra i due paesi, e ha invitato il governo del Giappone a ripensarci. Il Giappone, ha detto il canale pubblico giapponese NHK, avrebbe comunque l’intenzione di proseguire per la sua strada e rimuovere la Corea del Sud dalla “lista bianca” all’inizio del prossimo mese.