I sindacati hanno firmato un’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei medici
Una buona parte dei sindacati che rappresentano i medici hanno firmato martedì notte un’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), cioè l’ente che rappresenta le pubbliche amministrazioni nelle contrattazioni collettive. Il contratto riguarda circa 130mila persone, compresi i dirigenti del servizio sanitario nazionale. L’ipotesi di rinnovo è stata firmata dai principali sindacati tranne la federazione Cimo-Anpo-Fesmed, che rappresenta principalmente i primari. Andrea Filippi, capo del sindacato Fp Cgil medici, ha spiegato che il nuovo contratto «prevede un aumento medio pro capite di 200 euro al mese». Il contratto nazionale dei medici era scaduto dieci anni fa.
Tra le altre cose, il contratto prevede che «i medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità avranno la certezza di avere un incarico», e che «la maggior parte dei medici con più di 5 anni di anzianità riceverà un aumento di 2.000 euro sulla retribuzione». Sono stati previsti dei miglioramenti anche per le condizioni di lavoro nelle guardie notturne, la cui indennità «sale da 50 a 100 euro per notte, 120 euro per chi lavora in pronto soccorso. Dopo i 62 anni a richiesta si può essere esonerati dalle guardie».