Boris Johnson è ufficialmente il nuovo primo ministro del Regno Unito
Il nuovo leader del Partito Conservatore ha incontrato la Regina e ora comincerà a nominare i membri del suo governo
Boris Johnson, ex sindaco di Londra ed ex ministro degli Esteri britannico, è diventato ufficialmente il nuovo primo ministro del Regno Unito, dopo avere incontrato la Regina Elisabetta II a Buckingham Palace. Johnson è poi arrivato al numero 10 di Downing Street, la residenza ufficiale del primo ministro britannico a Londra, e ha fatto il suo primo discorso da capo del governo. In serata inizierà a nominare i ministri del suo governo.
Johnson era stato eletto capo del Partito conservatore dopo un processo durato settimane e iniziato con le dimissioni di Theresa May, il 7 giugno. Considerato che nel Regno Unito il primo ministro è il leader del partito di maggioranza, e attualmente il partito di maggioranza sono i Conservatori, con quella votazione Johnson si è anche assicurato l’incarico di capo del governo, che è diventato effettivo oggi dopo l’incontro con la Regina. Poco prima Theresa May aveva fatto il suo ultimo discorso da prima ministra a Downing Street, accompagnata dal marito Philip: aveva detto che essere capo del governo britannico era stato un «grande onore» e aveva aggiunto: «Questo è un paese di aspirazioni e opportunità, e spero che ogni giovane ragazza che ha visto una donna fare la prima ministra sappia ora che non ci sono limiti in quello che può raggiungere».
Johnson è uno dei politici più eccentrici e imprevedibili d’Europa e nessuno sa bene cosa aspettarsi da lui. Di certo si sa che ha una posizione molto decisa su Brexit.
Negli ultimi anni Johnson è stato un grande sostenitore di Brexit, arrivando anche a non escludere l’ipotesi del “no deal”, cioè del “nessun accordo” tra Unione Europea e Regno Unito: secondo Johnson e diversi altri euroscettici radicali del Partito Conservatore britannico, il “no deal” si potrà verificare se l’Unione Europea non si dimostrerà disposta a rinegoziare l’accordo su Brexit concluso con il governo precedente di Theresa May, e ritenuto insoddisfacente (Johnson ha ripetuto questo concetto durante il suo primo discorso da capo del governo a Downing Street). I politici europei che lo conoscono dalle sue precedenti esperienze a Bruxelles, prima da giornalista e poi da ministro degli Esteri, sanno che le tecniche di negoziazione di Johnson sono diverse da quelle di May: più aggressive e meno attente alle regole della diplomazia.
L’imprevedibilità di Johnson e le sue particolari tecniche di negoziazione potrebbero avere conseguenze importanti sui rapporti tra Regno Unito e Unione Europea in relazione a Brexit, perché potrebbero rendere credibili minacce che finora con May avevano funzionato poco, come quella di un “no deal”. In generale, preoccupano anche i rapporti di amicizia che Johnson ha già mostrato di avere con Trump, in un periodo in cui le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea sono ai ferri corti per molte ragioni, tra cui il tema del nucleare iraniano.