Conte dice che il governo non può dire no alla TAV
Dopo mesi di tentennamenti ha detto che ormai solo il Parlamento – dove sono tutti favorevoli meno il M5S – può bloccarla
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto in una diretta Facebook che il governo non può opporsi alla realizzazione della TAV e che l’unico a poter fermare l’opera è il Parlamento, dove la stragrande maggioranza dei deputati e dei senatori è favorevole alla prosecuzione dei lavori. Conte ha detto anche che in seguito ad alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi fermare i lavori costerebbe più che proseguirli.
Al termine del discorso, il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato: «La Tav si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso».
Luigi Di Maio, capo politico del M5S, ha risposto: «Rispetto Conte, ma per il Movimento 5 Stelle l’opera è dannosa. Si esprimano le Camere». Una richiesta simile era arrivata poco prima dai gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, che hanno chiarito che la posizione del partito – contraria alla TAV – non cambia.
La comunicazione di Conte è arrivata a tre giorni da un’importante scadenza: entro venerdì 26 luglio, infatti, il governo italiano dovrà comunicare alla Commissione Europea se intende proseguire la costruzione della TAV. In caso contrario l’Italia rischierebbe di perdere i finanziamenti promessi per realizzarla.
Nel messaggio, Conte ammette che la sua posizione sulla TAV era quella opposta fino a pochi mesi fa. Lo scorso 7 marzo aveva detto di non essere convinto che la TAV fosse «un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno» e aveva aggiunto, facendo riferimento all’analisi costi-benefici commissionata dal Ministero delle Infrastrutture, che gli «elementi negativi superano quelli positivi».
In questi quattro mesi però, spiega Conte, le cose sono cambiate: «Sono intervenuti fatti nuovi di cui dobbiamo tenere conto, nella risposta che venerdì il governo dovrà dare per evitare la perdita dei finanziamenti europei. L’Europa si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento. Per la tratta nazionale l’Italia potrebbe beneficiare del finanziamento del 50 per cento». A giugno l’Unione Europea ha effettivamente detto che finanzierà il 55 per cento dell’opera, non più solo il 40 per cento: sono però numeri da prendere con cautela visto che ancora non si conoscono i costi. Conte inoltre ha detto che cercherà di convincere la Francia a spendere di più ma non può garantire che la sua proposta sarà accettata.
Conte infine ha spiegato che la Francia si è espressa a favore dell’opera e che «se volessimo bloccare l’opera non lo potremmo fare, condividendo questo percorso con la Francia». Ha aggiunto che arrivati a questo punto, solo il Parlamento potrebbe «prendere una decisione unilaterale».