Come fa Kim Jong-un ad avere delle Mercedes?
In teoria non potrebbe per via delle sanzioni, ma ne ha appena acquistate di nuove: il New York Times ha ricostruito come
La Corea del Nord è uno dei paesi più sanzionati al mondo. Dal 2006 ad oggi è stata colpita da tutti i tipi di sanzioni esistenti, ma in qualche maniera è sempre riuscita ad aggirare i divieti e rendere vani i tentativi di chi cercava di usare la pressione economica per indebolire o rovesciare il regime del dittatore Kim Jong-un. Negli ultimi anni i traffici illegali messi in piedi dalla Corea del Nord hanno riguardato per lo più le esportazioni di carbone e le importazioni di petrolio e armamenti, tutti beni sottoposti a sanzioni. Ma non solo: come si è visto dalle recenti apparizioni pubbliche di Kim Jong-un, il regime nordcoreano ha acquistato anche un altro tipo di prodotto vietato, che rientra nella categoria dei beni di lusso: le Mercedes.
Il New York Times ha pubblicato un’inchiesta video in cui ha ricostruito il tragitto compiuto da due Mercedes per arrivare in Corea del Nord violando le sanzioni, e quindi il diritto internazionale: è una storia che inizia nel porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi, e che termina con l’arrivo in territorio nordcoreano di un carico trasportato da una cosiddetta “nave fantasma” di proprietà di un cittadino russo, ma con nomi, sedi e bandiere battenti di così tanti paesi da far girare la testa.
Il New York Times ha svolto l’inchiesta in collaborazione col Center for Advanced Defense Studies, think tank con sede a Washington che si occupa di conflitti e sicurezza transnazionale, e ha usato dati relativi al traffico marittimo, immagini satellitari e interviste. Le due Mercedes al centro dell’indagine sono auto antiproiettile, di un modello destinato principalmente ai leader politici mondiali, e costano circa 500mila dollari ciascuna (445mila euro).
Secondo la ricostruzione del New York Times, il viaggio delle due Mercedes verso la Corea del Nord era iniziato nel giugno 2018 da Rotterdam, porto olandese già al centro di indagini simili. Dopo 41 giorni di viaggio – lecito, in questa prima fase – il carico era arrivato al porto cinese di Dalian, nella provincia meridionale di Liaoning, vicino al confine con la Corea del Nord. Da lì era stato trasportato prima fino a Osaka, in Giappone, e poi al porto di Busan, in Corea del Sud, dove era stato caricato su una nave di proprietà di un cittadino russo. La nave si era diretta verso nord, verso la Russia, ma poco dopo la partenza aveva spento il transponder, il sistema automatico di tracciamento che fornisce informazioni su posizione, velocità e rotta delle imbarcazioni. Era riapparsa diciotto giorni dopo, con un carico diverso: a bordo non c’erano più le Mercedes, ma del carbone. Cos’era successo?
La nave responsabile dell’ultima parte del tragitto, ha ricostruito il New York Times, era la Xiang Jin e aveva legami con la Corea del Nord. Poco prima di caricare i container con dentro le due Mercedes, la nave aveva però cambiato nome e proprietà, tra le altre cose, una procedura molto usata da chi vuole aggirare le sanzioni internazionali: era diventata la DN5505 della compagnia marittima Do Young Shipping, con sede nelle Isole Marshall, di proprietà di un cittadino russo. La DN5505 batteva bandiera del Togo, paese dell’Africa occidentale, e aveva il suo responsabile della sicurezza a Hong Kong.
Dopo lo spegnimento del transponder, la nave era arrivata probabilmente al porto di Vladivostok, sulla costa meridionale della Russia, vicino al confine con la Corea del Nord. Ci sono diversi indizi per sostenerlo, ha detto il New York Times.
Primo: l’ultima destinazione comunicata prima dello spegnimento del transponder era stata il porto di una città produttrice di carbone vicino a Vladivostok. Secondo: il proprietario della “nave fantasma” russa, Danil Kazachuk, vive a Vladivostok e ha confermato al New York Times di avere comprato e venduto le due Mercedes, anche se non ha dato altri dettagli; inoltre, quattro mesi dopo la sparizione delle due auto, le autorità sudcoreane hanno sequestrato due “navi fantasma” di proprietà di Kazachuk con l’accusa di avere trafficato illegalmente petrolio e carbone con la Corea del Nord. Terzo: immagini satellitari hanno mostrato come tra il 6 e il 7 ottobre, nei giorni dell’arrivo in Russia dei container con le Mercedes, due degli aerei usati dal regime nordcoreano per trasportare le auto di lusso usate da Kim Jong-un fossero partiti dall’aeroporto di Pyongyang, la capitale nordcoreana: gli aerei mancanti erano andati proprio a Vladivostok. Quarto: nel gennaio 2019, Mercedes antiproiettile dello stesso modello di quelle trasportate nei container sono state filmate per le strade di Pyongyang.
Metodi simili di aggiramento delle sanzioni internazionali, ha scritto il New York Times, sono stati usati in passato dalla Corea del Nord per importare carburante e tecnologie da impiegare nel suo programma nucleare, quello che da anni preoccupa di più gli Stati Uniti e molti altri paesi occidentali. Quello che si domandano da tempo leader politici, analisti e organizzazioni internazionali è se le sanzioni contro la Corea del Nord funzionino, viste le numerose violazioni riportate in rapporti e documenti ufficiali: la risposta, almeno finora, è più no che sì.