“Allora Bibbiano?”
È il nuovo tormentone dei sostenitori del governo e in generale di gruppi e pagine Facebook di estrema destra, racconta la Stampa
Da qualche tempo nei talk show e sui giornali gli attacchi tra i partiti e i leader politici si sono arricchiti di una nuova frase ricorrente, di un nuovo tormentone, che si potrebbe sintetizzare con le parole «Allora Bibbiano?». Molti sostenitori del governo Conte e in generale gruppi politici di destra, infatti, hanno preso a rispondere a ogni genere di obiezione e critica alla Lega e al Movimento 5 Stelle ripetendo questo tormentone – una variante del già noto «E allora il PD?» – facendo riferimento all’indagine sui presunti abusi su minori a Bibbiano, paese in provincia di Reggio Emilia, e sul coinvolgimento del sindaco locale del Partito Democratico, peraltro già ampiamente ridimensionato. Nonostante questo, per fare uno degli esempi più recenti, persino il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha definito il Partito Democratico «il partito di Bibbiano». Ne ha scritto Nadia Ferrigo sulla Stampa.
«Allora Bibbiano?» La «guerriglia culturale» invocata da VoxNews.info, l’autodefinitosi «quotidiano sovranista» Il Primato Nazionale e da una nebulosa galassia di decine di pagine Facebook dai nomi più o meno evocativi, ha un nuovo tormentone: l’inchiesta sui presunti abusi su minori in provincia di Reggio Emilia. Ne parlano centinaia di post e articoli, condivisi e commentati migliaia di volte sui social: nulla aggiungono, se non notizie false e un minestrone di pregiudizi e luoghi comuni che vanno dai «risultati della campagna Lgbt per distruggere la famiglia naturale e diffondere la teoria gender» a una «ideologia aberrante che mira alla disgregazione totale della famiglia nel nome del gender, del femminismo, della famiglia arcobaleno, dei diritti/capricci». Colpevole è il Partito Democratico, che con «la complicità dei media» vuole mettere a tacere la vicenda. Una squallida speculazione, con argomenti che nulla hanno a che fare con l’inchiesta di Reggio Emilia.
Cosa c’entrano per esempio Luciana Littizzetto, Fabio Volo, Roberto Saviano e Laura Boldrini? Assolutamente nulla. Ma sono decine i meme che accostano le loro fotografie al «connivente silenzio dei media» sull’indagine. Lo stesso accade sugli account Facebook e Twitter dei media nazionali. Le notizie di politica sono bersagliate dallo stesso, squallido ritornello: «Parlate dei rubli, per non parlare di Bibbiano». Nella lettura complottista di una galassia di siti specializzati nella produzione di bufale e fake news virali, i media sono complici di Pd e movimento Lgbt: l’obiettivo di tutti sarebbe nascondere la realtà.