Una ricercatrice franco-iraniana è stata arrestata in Iran
La magistratura dell’Iran ha confermato l’arresto dell’accademica franco-iraniana Fariba Adelkhah, antropologa e direttrice di ricerca presso il Centro studi internazionali Sciences Po di Parigi. La notizia dell’arresto di Fariba Adelkhah era stata confermata nelle ultime ore anche dal ministero degli Affari Esteri francese, senza specificare la data né il motivo del suo fermo. Il governo francese aveva anche chiesto informazioni a Teheran sulle circostanze dell’arresto della ricercatrice, senza però ricevere «alcuna risposta soddisfacente». Domenica 14 luglio un portavoce del governo iraniano aveva detto ai giornalisti di non avere «nessuna informazione» sul suo caso: aveva aggiunto di aver «sentito la notizia» ma di non sapere chi l’avesse arrestata né «su quali basi».
Secondo i media locali, la ricercatrice sarebbe stata arrestata lo scorso 7 giugno dal servizio di intelligence delle guardie rivoluzionarie, la principale forza armata del paese che è sotto l’autorità diretta di Ali Khamenei, la Guida suprema, cioè la carica politica e religiosa più importante e potente dell’Iran. Alcuni giornali parlano di accuse di spionaggio, ma per ora non ci sono conferme. Fariba Adelkhah è socia fondatrice del Fondo d’analisi delle società politiche (FASOPO) e della Rete europea d’analisi delle società politiche (REASOPO). Dopo la sua scomparsa, i suoi colleghi hanno pubblicato un comunicato stampa in cui dicono che la studiosa svolgeva attività esclusivamente universitarie, che non aveva «rapporti con nessun servizio di intelligence» e che non era «impegnata in nessuna attività politica in Iran».
Le Monde precisa che la Repubblica islamica dell’Iran non riconosce la doppia nazionalità dei suoi cittadini e che – secondo gli ultimi dati forniti dalle organizzazioni per i diritti umani – undici persone con doppia nazionalità sono attualmente incarcerate nel paese: «In passato, Teheran ha usato questi cittadini come moneta di scambio nelle sue trattative con l’Occidente», dice. Negli ultimi mesi, e dopo l’elezione di Trump e la sua opposizione all’accordo sul nucleare, i rapporti tra l’Iran e i cosiddetti paesi occidentali si sono molto complicati. Diversi governi europei, tra cui quello di Emmanuel Macron in Francia, avevano però espresso la loro distanza dall’amministrazione del presidente statunitense, cercando di negoziare e trovare mediazioni. La vicenda dell’arresto dell’antropologa francese potrebbe influire negativamente sulla situazione e sulle relazioni tra Francia e Iran.