La deposizione del procuratore speciale statunitense Robert Mueller davanti al Congresso è stata rinviata di una settimana
Robert Mueller, l’ex procuratore speciale statunitense che ha condotto l’inchiesta sul cosiddetto Russiagate, testimonierà in pubblico al Congresso il prossimo 24 luglio e non più il 17 luglio come era originariamente previsto.
La deposizione è stata rinviata perché i parlamentari davanti ai quali avrebbe dovuto testimoniare si erano lamentati perché il 17 luglio la seduta sarebbe stata troppo breve (due ore) e non avrebbe dato loro il tempo di fare tutte le domande che avevano intenzione di porgli. Il 24 luglio, invece, avranno a disposizione tre ore per interrogarlo.
Mueller parlerà davanti ai membri della commissione Giustizia di Camera e Senato, che avevano fatto entrambe richiesta di una sua testimonianza benché siano una controllata dai Democratici e una dai Repubblicani. Parlerà poi davanti ai membri della commissione Intelligence in una seduta distinta.
Mueller, che ha 74 anni ed è uno stimato ex capo dell’FBI, negli ultimi due anni ha indagato sulle interferenze della Russia nella campagna elettorale statunitense del 2016, sui contatti tra il governo russo e il comitato elettorale di Donald Trump e sui tentativi del presidente Trump di ostacolare la giustizia. Il rapporto conclusivo della sua indagine aveva confermato gli attacchi della Russia, aveva trovato molti contatti tra i russi e il comitato Trump ma non abbastanza da poter parlare di collaborazione, e molti casi in cui il presidente Trump aveva tentato di ostacolare la giustizia: non abbastanza per poterlo incriminare ma troppo per poterlo scagionare esplicitamente.
Alla fine di maggio Mueller aveva ribadito che la sua inchiesta non si sarebbe potuta concludere in ogni caso con la richiesta di incriminare il presidente degli Stati Uniti, a prescindere dalle prove trovate o non trovate, perché secondo il Dipartimento della Giustizia un presidente in carica non può essere incriminato. Quello che potevano fare i procuratori era solo indagare sui fatti e poi decidere se scagionare o non scagionare il presidente Trump: la decisione, come è noto, è stata di non scagionarlo. Di conseguenza solo il Congresso può decidere di chiedere conto al presidente Trump attraverso la procedura di impeachment.