Donald Trump ha rinunciato a inserire nel nuovo censimento la domanda sulla cittadinanza
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rinunciato a inserire nel nuovo censimento, che si terrà nel 2020, la domanda per sapere da ciascuna persona che vive negli Stati Uniti se è un cittadino statunitense oppure no. Ha fatto sapere però di aver incaricato il governo di ottenere i dati sulla cittadinanza dai registri federali esistenti. La questione sul censimento e la nuova domanda è molto rilevante ed era già finita davanti alla Corte Suprema che aveva respinto parzialmente la proposta di Trump.
Trump ha detto che il suo non è un vero e proprio «passo indietro» e ha attaccato le opposizioni che fin da subito avevano criticato la sua proposta: «C’è stato un tempo in cui si poteva dichiarare con orgoglio: sono un cittadino americano. Vogliono cancellare l’importanza stessa di questa parola e di un concetto molto importante, la cittadinanza».
Negli Stati Uniti il censimento determina dove e come debbano essere spesi i circa 900 miliardi di dollari che ogni anno il governo investe per tutto quello che dipende dalla sua giurisdizione, dalle scuole pubbliche ai programmi di assistenza sanitaria, passando per i corpi di polizia e le riparazioni delle autostrade, tenendo conto non di quanti sono i cittadini statunitensi ma gli abitanti in generale. Ma soprattutto, il censimento è la base su cui ogni dieci anni vengono ridisegnati i confini dei collegi elettorali, dalla cui manipolazione – anche la più piccola – può passare la vittoria o la sconfitta di un certo politico o di un intero partito.