Alexander Acosta si è dimesso da ministro del Lavoro degli Stati Uniti dopo le polemiche per il caso Jeffrey Epstein
Alex Acosta si è dimesso da segretario statunitense del Lavoro dopo l’apertura di una nuova indagine su Jeffrey Epstein, un famoso finanziere miliardario arrestato lunedì con l’accusa di traffico sessuale e associazione a delinquere finalizzata al traffico sessuale. Da giorni Acosta era a sua volta al centro delle polemiche perché nel 2008 – quando era pubblico ministero della Florida – aveva accettato un accordo molto controverso con gli avvocati di Epstein, che era già stato accusato di attività sessuali illegali con minori. L’accordo prevedeva che Epstein si dichiarasse colpevole di istigazione alla prostituzione di minori, che scontasse 18 mesi di carcere – poi ridotti a 13 – e che venisse inserito nel registro dei molestatori sessuali; questo avrebbe comportato anche la chiusura dell’indagine dell’FBI sulla vicenda e l’immunità a potenziali complici.
Da lunedì molti parlamentari avevano chiesto le dimissioni di Acosta, tra cui Nancy Pelosi, Speaker della Camera e uno dei politici più importanti e influenti del Partito Democratico. Mercoledì Acosta aveva difeso l’accordo del 2008 dicendo che era il migliore che avrebbe potuto ottenere in quelle circostanze, che all’epoca i tempi erano diversi e che «oggi le vittime verrebbero trattate molto diversamente». Oggi, venerdì, ha detto che «ho pensato che dimettermi fosse la cosa giusta da fare».