I 50 anni di “Space Oddity”
Questa settimana nel 1969 nacquero due cose che diventarono leggendarie: tutte e due c'entrano con lo Spazio, e una la stiamo ancora canticchiando
L’11 luglio del 1969 era un venerdì: la sera prima era stato avviato il conto alla rovescia per la missione che avrebbe dovuto portare per la prima volta degli uomini sulla Luna. C’era ancora un gran lavoro di preparazione alla partenza: quel giorno fu consegnato alla NASA il disco di silicio contenente i messaggi di pace da parte di 73 capi di stato che gli astronauti avrebbero dovuto lasciare sulla Luna (poi Buzz Aldrin rischiò di dimenticarsene e riportarlo indietro, Armstrong glielo ricordò mentre stava risalendo sul LEM).
L’interesse per le cose dello Spazio sarebbe diventato enorme nei giorni successivi con il successo dell’allunaggio, ma era cresciuto per tutto il decennio che stava finendo insieme ai risultati delle successive missioni spaziali condotte sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Sovietica e aveva prodotto ricadute di vario valore nella cultura e nei suoi prodotti, dal cinema all’architettura alla letteratura alla musica. L’anno prima era uscito 2001: Odissea nello Spazio, il film di Stanley Kubrick che sarebbe rimasto fino a oggi il più famoso e influente film sull’epoca spaziale della storia del cinema.
A gennaio del 1969 David Bowie compì 22 anni: suonava con diverse band e aveva già pubblicato un disco, non con grande successo. Stava trovando spazi e qualche moderata notorietà, ma con fatica. Nelle settimane successive gli successero due cose molto importanti: finì la relazione con la sua fidanzata di allora – cosa che lui stesso avrebbe a lungo raccontato come molto dolorosa e traumatica – e registrò una prima versione demo di “Space Oddity”. Un gioco di parole sul titolo inglese del film di Kubrick (A space odissey), che Bowie aveva visto più volte venendone affascinato, e la storia di una tragica avventura spaziale, arricchita negli arrangiamenti successivi di suoni suggestivi.
Qui è il Controllo Terra a Major Tom
Ce l’hai fatta
E i giornali vogliono sapere per che squadra tifi
Ora è il momento di lasciare la capsula se te la senti
Qui è Major Tom al Controllo Terra
Sto uscendo
Galleggiare è una cosa stranissima
E le stelle ora sembrano molto diverse
Qui seduto su una lattina
Lontano dal mondo
Il pianeta Terra è blu
E non c’è niente che possa fare
Anche se ho viaggiato centomila miglia
Mi sento immobile
E credo che l’astronave sappia dove andare
Dite a mia moglie che l’amo tanto, lei lo sa
“Space Oddity” finì per essere registrata a giugno (ci suonò anche Rick Wakeman, poi celebre musicista degli Yes), dopo vari interessamenti e qualche perplessità sul pubblicare alla vigilia del viaggio verso la Luna una canzone in cui l’astronauta “Major Tom” viene perso nello spazio immediatamente dopo l’emozionante e ammirato successo della sua uscita dall’astronave.
Controllo Terra a Major Tom
I tuoi circuiti sono spenti, c’è qualcosa che non va
Ci senti, Major Tom?
Ci senti, Major Tom?
Sono qui che galleggio nella mia lattina
Lontano, sopra la Luna
Il pianeta Terra è blu
E non c’è niente che possa fare
La canzone venne pubblicata l’11 luglio 1969, un venerdì, cinque giorni prima della partenza dell’Apollo 11. Non ebbe subito grandi attenzioni, e alcune radio importanti aspettarono a programmarla. Intanto, il 12 luglio BBC mostrò per la prima volta al pubblico britannico Star Trek, che NBC aveva da poco cancellato negli Stati Uniti. Mancavano quattro giorni alla partenza di Apollo 11: Armstrong e Aldrin scesero sulla Luna il 21 e quella settimana divenne un pezzo leggendario di storia del mondo.
Poi invece crebbe, arrivò quinta in classifica nel Regno Unito alla fine di ottobre (primi gli Archies con “Sugar Sugar”, ma c’erano intorno anche Bob Dylan con “Lay Lady Lay”, i Fleetwood Mac e Frank Sinatra), e divenne la canzone da cui cominciò l’enorme successo mondiale di Bowie, oltre che una delle sue più famose e amate per sempre.