Il nuovo caso Jeffrey Epstein
È stato arrestato un famoso miliardario statunitense già condannato per aver sfruttato sessualmente decine di minorenni
Negli Stati Uniti si riparla da giorni di Jeffrey Epstein, un famoso e miliardario finanziere di 66 anni, con legami con personaggi del mondo delle celebrità e uomini potenti, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’ex presidente Bill Clinton: è accusato di aver sfruttato sessualmente per anni decine di ragazze minorenni, anche di soli 13 anni, con un sistema elaborato, sistematico e predatorio. Epstein è stato arrestato sabato in New Jersey ed è comparso in tribunale lunedì a New York, dove si è dichiarato non colpevole.
Le accuse riguardano fatti avvenuti tra il 2002 e il 2005, per cui Epstein era già stato in parte denunciato 14 anni fa. Epstein ne era uscito con un accordo controverso accettato dall’allora pubblico ministero di Miami, Alexander Acosta, nominato dal presidente George W. Bush, che ora è segretario al Lavoro nell’amministrazione di Donald Trump. L’accordo prevedeva che Epstein si dichiarasse colpevole, che scontasse 18 mesi in carcere (poi ridotti a 13), che venisse inserito nel registro dei molestatori sessuali e che venisse abbandonata ogni ulteriore indagine sul caso. L’accordo fu giudicato eccessivamente favorevole per Epstein e alcuni dissero che era illegittimo, visto che le leggi federali avrebbero imposto di comunicarlo alle vittime così che potessero contestarlo, cosa che non avvenne. Le nuove accuse riguardano fatti avvenuti a New York e non solo in Florida, e parlano di sfruttamento e istigazione alla prostituzione; se condannato, Epstein rischia fino a 45 anni di carcere.
Chi è Jeffrey Epstein
Epstein ha 66 anni e viene da una famiglia ebraica di Coney Island, New York. Dopo aver abbandonato l’università iniziò a lavorare da subito nella finanza: in particolare il suo compito era consigliare i clienti più ricchi sulle migliori strategie fiscali. Epstein si fece notare, ebbe rapidamente successo e questo gli consentì di fondare nel 1982 una sua società di gestione finanziaria, la J. Epstein & Co, poi diventata Financial Trust Company. Negli anni divenne miliardario e instaurò legami con personaggi del mondo dello spettacolo come Kevin Spacey, uomini d’affari come Les Wexner, il proprietario dell’azienda di intimo Victoria’s Secret, e con uomini potenti tra cui Bill Clinton, Donald Trump e il principe Andrea del Regno Unito, fratello del principe Carlo. Nel 2002 Trump aveva detto: «Conosco Jeff da 15 anni. È un tipo incredibile. È divertente e pare gli piacciano le giovani donne come a me, e molte sono particolarmente giovani». Dal 2001 al 2003 Clinton volò sui suoi aerei almeno 23 volte, anche senza la sua scorta. A proposito della schiera di amici potenti che aveva collezionato, Epstein disse una volta: «Investo nelle persone, che siano politici o scienziati». Stando alle carte del tribunale della Florida, Epstein possiede una delle Isole Vergini e case nell’Upper East Side di Manhattan, Parigi, New Mexico e a Palm Beach.
Le prime accuse, nel 2005
Nel marzo del 2005 una donna denunciò alla polizia di Palm Beach, in Florida, che la sua figliastra di 14 anni era stata portata nella villa di Epstein da altre due ragazze; qui aveva ricevuto 300 dollari per spogliarsi e massaggiarlo nuda. La polizia avviò un’indagine di 11 mesi che coinvolse l’FBI, e portò all’identificazione di cinque presunte vittime e di 17 testimoni e alla perquisizione della sua casa, dove furono scoperte molte foto delle ragazzine che avevano testimoniato. Ne emerse fuori un sistema vasto e strutturato di sfruttamento sessuale in cui spesso erano le stesse ragazze adescate da Epstein a reclutarne altre per lui.
Una dettagliata inchiesta del Miami Herald ha ricostruito gli incontri nei particolari, basandosi sui racconti delle presunte vittime rintracciate negli anni: 80 donne hanno detto di essere state molestate da Epstein dal 2001 al 2006, 8 hanno accettato di farsi intervistare, 4 si sono fatte registrare in un video. Riassumendo, le ragazzine arrivavano a casa di Epstein a Palm Beach, venivano condotte nella sua lussuosa camera da letto, invitate a spogliarsi nude e massaggiarlo; lui intanto si masturbava, a volte toccava i loro organi genitali con le dita o con un vibratore. Di norma, hanno raccontato le ragazze, si spingeva fin dove loro glielo consentivano, offrendo per ogni prestazione una nuova somma di denaro in contanti.
Una ragazza ha raccontato al Miami Herald che spesso era presente Nadia Marcinkova, una 18enne della ex Jugoslavia che ha definito una sorta di schiava sessuale: Epstein la invitava a unirsi alle ragazzine e le diceva cosa fare con loro; a volte Marcinkova indossava dei vibratori e penetrava le ragazzine su richiesta di lui. Una di loro, che all’epoca aveva 16 o 17 anni, ha raccontato di aver sempre rifiutato di fare sesso con Epstein ma che una volta lui la violentò; poi le offrì mille dollari in contanti per scusarsi. Epstein faceva spesso delle foto alle ragazze e poi le conservava o appendeva in casa, stando alla perquisizione della polizia. Due delle ragazze che hanno parlato con il Miami Herald hanno raccontato di essere state innamorate di lui.
In generale erano ragazze povere, che provenivano da famiglie disagiate e problematiche o che vivevano in orfanotrofio; Epstein sfruttava la loro debolezza e il loro bisogno di denaro. Alcune erano traumatizzate dal suicidio di genitori e amici, altre avevano madri picchiate da padri e compagni, o padri che le molestavano e picchiavano; una di loro era presente quando il patrigno aveva strangolato il fratellastro, stando sempre a quanto raccontato dall’Herald. In tutto l’FBI raccolse i racconti di 36 ragazze che erano state molestate da Epstein ma negli anni emersero nuove testimonianze che fanno pensare che le ragazze fossero almeno un centinaio. L’inchiesta portò a un’accusa federale di 53 pagine.
Le indagini e la vicenda processuale
Nella primavera del 2006 polizia di Palm Beach incriminò Epstein per quattro capi di accusa per attività sessuali illegali con minori. Iniziò allora una vicenda processuale intricata che si concluse nel 2008 con un “non-prosecution deal” tra lo scaltro e influente gruppo di avvocati di Epstein e il pubblico ministero dello stato della Florida, Acosta. Il non-prosecution deal è un accordo previsto dall’ordinamento statunitense in cui il pubblico ministero accetta di non perseguire un accusato in cambio del suo impegno a non reiterare il reato.
Il 30 giugno Epstein comparve in un tribunale di Palm Beach e si dichiarò colpevole di istigazione alla prostituzione di minori e istigazione criminale alla prostituzione. Venne condannato a 18 mesi di carcere e iscritto nel registro dei molestatori sessuali della Florida. L’accordo garantiva anche l’immunità a «qualsiasi potenziale complice»: secondo molti commentatori, Epstein se la sarebbe cavata così facilmente perché l’accordo gli permetteva di coprire molte altre persone influenti potenzialmente coinvolte nelle sue feste. Acosta acconsentì anche a tenere segreto l’accordo alle vittime, che ne vennero a conoscenza solo una volta concluso, quando venne data la notizia in tribunale: era una violazione della legge sui diritti delle vittime, che prevede che vengano informate di simili accordi e invitate a comparire in tribunale durante la sentenza.
Alcune vittime cercarono di ottenere l’annullamento dell’accordo ma l’indagine federale, che poteva scoprire il coinvolgimento di altre ragazze e altri molestatori o complici, era stata chiusa ed Epstein si trovava già in carcere. Scontò 13 mesi in cui poteva uscire sei volte a settimana per 12 ore al giorno, e in cui gli era concesso di lavorare. Passò il resto della condanna ai domiciliari.
Nel frattempo molte donne chiesero risarcimenti per la violazione della legge sui diritti delle vittime, o accusando ancora Epstein di averle costrette ad atti sessuali; nel 2016 una di loro, Katie Johnson, raccontò di essere stata violentata da Donald Trump a una festa nella casa di Manhattan di Epstein nel 1994, quando lei aveva 13 anni. Trump e Epstein hanno respinto le accuse e in generale Epstein si è sempre difeso dicendo che le ragazze erano consenzienti e che lui pensava avessero 18 anni, l’età minima del consenso in Florida.
L’ultimo episodio della vicenda risale al febbraio del 2019, quando il giudice federale Kenneth A. Marra stabilì che i pubblici ministeri avevano effettivamente violato la legge sui diritti delle vittime tenendo l’accordo segreto alle 36 ragazze che avevano accusato Epstein; a giugno però il pubblico ministero federale aveva stabilito che non ci fossero basi legali per invalidare l’accordo.
Le nuove accuse
Il caso ha avuto una svolta lo scorso sabato con l’arresto di Epstein, avvenuto all’aeroporto di Teterboro, in New Jersey, di ritorno da un viaggio in Francia sul suo aereo privato. Lunedì Epstein è stato incriminato da un tribunale di New York per traffico sessuale e associazione a delinquere finalizzata al traffico sessuale. Le nuove accuse riguardano nuove vittime e nuovi crimini, e sostengono che tra il 2002 e il 2005 Epstein abbia reclutato consapevolmente ragazze minorenni, dai 14 anni in su, non solo nella sua villa di Palm Beach ma anche in quella di Manhattan, dove avrebbe abusato sessualmente di loro. Le nuove accuse non rientrano quindi nel patto del 2008: in parte perché riguardano nuovi crimini in parte perché riguardano fatti avvenuti a New York e, secondo alcuni giuristi, l’accordo riguarderebbe solo lo stato della Florida. In questo caso poi, alcune ragazze avrebbero detto esplicitamente a Epstein di avere meno di 18 anni.
Le nuove accuse potrebbero coinvolgere anche dei complici. Epstein rischia fino a 45 anni di carcere e i pubblici ministeri hanno chiesto anche la confisca della sua enorme villa a Manhattan, del valore di 77 milioni di dollari. Epstein si è dichiarato non colpevole; il giudice distrettuale Richard Berman ha fissato l’udienza sul suo eventuale rilascio su cauzione per il 15 luglio, cosa fortemente avversata dal pubblico ministero: i beni di cui dispone (un’enorme ricchezza oltre a 15 auto, 2 aerei privati e tre passaporti) gli consentirebbe di lasciare facilmente il paese.