Alla Corte arbitrale dell’Aia è iniziata l’udienza per decidere chi tra Italia e India abbia la giurisdizione per decidere sui fucilieri Latorre e Girone
Alla Corte arbitrale internazionale dell’Aia è iniziata l’ultima udienza per decidere chi tra Italia e India abbia la giurisdizione per decidere sul caso dei due fucilieri della marina italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dal 2012 dell’omicidio di due pescatori indiani. L’Italia aveva chiesto nel giugno del 2015 l’intervento della Corte, un’organizzazione che risolve arbitrati in ambito internazionale, e nel frattempo sia Latorre che Girone hanno fatto ritorno in Italia in attesa del processo. L’udienza finale durerà due settimane, fino al 20 luglio, ma per avere una sentenza ci potranno volere fino a sei mesi. A quel punto si saprà chi tra Italia e India dovrà processare i due marinai.
Il caso dei due marinai finora
I fatti di cui sono accusati risalgono al 15 febbraio 2012 quando Latorre e Girone si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sudovest dell’India. Sebbene fossero militari “statali”, facevano parte del corpo di protezione della nave come previsto da una legge italiana del 2011. A circa 20 miglia marittime dalla costa, la Enrica Lexie incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony: I due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 44 e 20 anni.
Secondo la versione degli italiani, i colpi sono stati sparati a causa di una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata, e in seguito ad alcuni colpi di avvertimento. Secondo gli indiani, invece, la manovra della St. Antony nei confronti della Enrica Lexie era pacifica, per segnalare la propria presenza alla petroliera italiana; e non furono sparati colpi di avvertimento. La reazione dei militari italiani, secondo l’India, sarebbe stata quindi esagerata e non aderente alle normali procedure, soprattutto perché i marinai della St. Antony non erano armati. Latorre e Girone furono arrestati e trattenuti in India per alcuni anni, ma a causa di lungaggini burocratiche il processo a loro carico non è mai iniziato. La Corte arbitrale dell’Aia permise loro infine di attendere l’esito dell’udienza in Italia, per motivi umanitari.