La ministra Trenta dice che Salvini «non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta»
Se ci fosse ancora la missione militare europea Sophia nel Mediterraneo, dice, non ci sarebbero stati i problemi di questi giorni
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha detto che gli sbarchi di migranti a Lampedusa della nave Sea Watch 3 prima e del veliero Alex poi si sarebbero potuti evitare se la missione Sophia non fosse stata interrotta. La missione Sophia, lanciata dall’Unione Europea nel 2015, prevedeva l’utilizzo di navi militari per monitorare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo tra le coste africane e quelle europee: è stata sospesa nel marzo del 2019, soprattutto a causa dell’opposizione del governo italiano.
In un colloquio con il Corriere della Sera Trenta ha detto che con la missione Sophia ancora operativa non ci sarebbero stati i problemi di questi giorni e ha accusato il ministro dell’Interno Matteo Salvini di non aver voluto ascoltare in passato i suoi avvertimenti: «Perché quanto che sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare. Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le ong. Non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta», ha detto Trenta.
Trenta ha risposto così a quello che Salvini aveva detto il 6 luglio, quando durante una diretta video pubblicata su Facebook aveva criticato la mancanza di collaborazione di Trenta nella gestione degli sbarchi di migranti, chiedendo un maggiore impegno delle forze armate italiane: «Ragioneremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni anche sulla presenza delle navi militari italiane nel Mediterraneo. Domando ai vertici della Marina militare, delle Forze armate italiane, della Guardia di Finanza se la difesa dei confini è un diritto-dovere da parte delle istituzioni italiane oppure se i confini italiani sono diventati improvvisamente un di più, un qualcosa che si può rispettare o non rispettare», aveva detto Salvini.
Trenta ha anche spiegato che inizialmente il veliero Alex, poi sbarcato a Lampedusa, avrebbe dovuto attraccare a Malta scortato dalle navi militari italiane, dopo che il governo maltese aveva acconsentito allo sbarco. Successivamente però dal ministero dell’Interno non sono arrivate comunicazioni, e il veliero si è diretto verso le coste di Lampedusa:
«Il generale Pietro Serino, il mio capo di gabinetto, ha chiamato il prefetto Matteo Piantedosi offrendo il supporto delle navi militari. Abbiamo chiarito che con le nostre navi potevamo occuparci del trasbordo immediato dei migranti a Malta, quindi per portarli lontano dalle nostre coste visto che anche pubblicamente le autorità de La Valletta si erano dette pronte ad accoglierli. Eravamo a disposizione per il massimo sostegno, ci è stato detto che non serviva. Siamo rimasti a disposizione, pronti. Ma da quel momento non è più arrivata alcuna richiesta del Viminale. Salvini ha fatto una diretta social, ma istituzionalmente solo silenzio […]. Il nostro spirito è sempre di massima cooperazione. Non ho motivo di dubitare di Salvini, se ha ritenuto così avrà avuto i suoi buoni motivi. A questo punto trovo però inopportuno che attacchi sempre i militari. L’ho già detto varie volte e lo ribadisco: serve rispetto».