Shanghai è alle prese con la raccolta differenziata
La più popolosa città della Cina ha avviato un ambizioso programma di riciclo, con multe per chi non lo rispetta ma regole un po' complicate
A Shanghai, la città più popolosa della Cina con 26 milioni di abitanti, dal primo luglio sono in vigore multe per chi non rispetta le nuove regole sulla raccolta differenziata, nell’ambito dei progetti del governo cinese per aumentare la quota di rifiuti riciclati e ridurre il loro impatto ambientale. Le regole non sono però molto chiare e stanno mettendo in difficoltà aziende e singoli, per nulla o poco abituati a fare la raccolta differenziata.
Secondo il governo cinese, il sistema delle multe dovrebbe incentivare condotte più virtuose da parte della popolazione. Le aziende che non rispettano le regole rischiano multe da 6.500 euro a 65mila euro, mentre per i singoli le cifre sono più contenute e comprese tra i 6 e i 26 euro. Nel caso di ripetute violazioni, viene inoltre ridotto il tasso di affidabilità creditizia degli individui interessati, che rischiano quindi di avere più difficoltà ad accedere ai prestiti forniti dalle banche.
A Shanghai la differenziata prevede di dividere i rifiuti in quattro bidoni: uno per vetro e lattine, uno per rifiuti speciali come i farmaci, un altro per l’umido e infine uno per l’indifferenziato. Diversi cittadini si sono però lamentati sui social network cinesi per la scarsa chiarezza delle regole, ed effettivamente alcune eccezioni non sono molto comprensibili: il mais e gli ossi, per esempio, vanno nell’indifferenziato, mentre le lische di pesce nell’umido.
Per divulgare le regole e le eccezioni, la città di Shanghai ha diffuso 100mila pacchetti di carte da gioco, con i semi suddivisi a seconda delle categorie dei rifiuti: le picche sono l’indifferenziato, i cuori i rifiuti pericolosi, i fiori l’umido e i quadri per i prodotti riciclabili come vetro e lattine. L’idea era di favorire la comprensione del sistema, ma non sembra abbia funzionato molto.
La raccolta è inoltre complicata dal fatto che in alcune aree della città i rifiuti devono essere portati in appositi centri, dove ogni cittadino si deve identificare con un codice per dimostrare di avere effettuato la differenziata secondo le regole. Temendo di sbagliare, chi se lo può permettere assume personale specializzato, che si occupa di organizzare la differenziata per conto terzi.
Il presidente cinese, Xi Jinping, negli ultimi tempi ha fatto più volte riferimento all’importanza della raccolta differenziata per rendere più sostenibile l’espansione economica della Cina. Il paese ha avviato numerosi progetti per ridurre il suo impatto ambientale, a cominciare da politiche più severe per quanto riguarda le emissioni di gas serra, la principale causa del riscaldamento globale. Far rispettare le regole si sta però rivelando complicato, soprattutto nelle aree in forte sviluppo, dove c’è il timore che un’eccessiva regolamentazione possa frenare la crescita economica.
Per quanto riguarda il riciclo, la sola città di Shanghai produce ogni anno circa nove milioni di tonnellate di rifiuti, e solo una frazione di questi è regolarmente riciclata. Nel complesso, sul totale dei rifiuti prodotti in Cina, solamente il 20 per cento viene riciclato, una delle percentuali più basse nei paesi sviluppati o in forte via di sviluppo in Oriente. A Taiwan il tasso è del 48 per cento, mentre in Corea del Sud è del 54 per cento. Anche gli Stati Uniti, tra le nazioni che più inquinano al mondo, riescono a fare meglio della Cina, con un tasso di rifiuti riciclati intorno al 35 per cento.