La storia di Alex Fodde, che per anni si è finto un broker di successo
È accusato di aver truffato investitori per 3,5 milioni di euro, anche grazie ad alcuni articoli celebrativi dei giornali italiani che ne esaltavano le opere di beneficenza
Il 30 giugno la Guardia di Finanza ha arrestato Alex Fodde, un 28enne accusato di essersi spacciato per un broker e filantropo milionario truffando i suoi clienti per diversi milioni di euro, e imbrogliando anche la stampa nazionale che in più di un’occasione aveva raccontato le sue bugie senza fare grandi verifiche. Il decreto di arresto di Fodde è stato emesso dalla procura di La Spezia e convalidato dal tribunale di Como, in seguito a una segnalazione della Consob (l’autorità garante della Borsa) per alcune operazioni di abusivismo finanziario. Fodde è indagato per truffa aggravata, abusiva attività finanziaria e autoriciclaggio.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Fodde, che si descriveva come italo-svizzero, si spacciava per un broker finanziario di successo alla guida di un fondo speculativo (il Godhand Hedge Fund) che sosteneva avesse raccolto investimenti per 850 milioni di euro. In realtà secondo la procura il fondo non aveva mai raccolto una tale cifra, ma Fodde era riuscito a farlo credere a numerosi clienti che in circa tre anni gli hanno affidato un totale di 3,5 milioni di euro. Nel dicembre del 2016 il Godhand Hedge Fund venne anche segnalato dalla FINMA (l’autorità garante del mercato finanziario in Svizzera), secondo cui il fondo non aveva l’autorizzazione per operare.
I soldi sottratti agli investitori sono stati poi in gran parte dissipati da Fodde, scrive ANSA, «effettuando ingenti spese personali, puntate al Casinò, noleggi di auto di lusso, soggiorni presso costose catene alberghiere, cene in ristoranti stellati, acquisti di gioielli e costose serate presso famosi locali notturni della Versilia».
La truffa del fondo Godhand
Le truffe di Fodde avrebbero avuto luogo soprattutto nel Nord Italia (Liguria, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia), in Svizzera e nel Principato di Monaco. Per convincere i clienti a investire nel suo fondo, Fodde si sarebbe avvalso della collaborazione di alcune persone che convincevano i clienti a sottoscrivere i programmi di investimento, promettendo ingenti guadagni senza nessun rischio di perdere soldi. Queste persone ricevevano a loro volta delle provvigioni da Fodde.
Secondo gli inquirenti Fodde sarebbe riuscito a ingannare i risparmiatori sulla solidità del suo fondo millantando uno stile di vita molto al di sopra delle sue possibilità, e facendo loro credere che avesse conoscenze con personaggi dell’alta finanza internazionale. Diceva, per esempio, di avere rapporti di lavoro con l’imprenditore statunitense Warren Buffett, con l’Aga Khan, di appartenere a una famiglia di diplomatici e di essersi laureato alla Bocconi (i giornali scrivono che in realtà avesse solo un diploma da geometra). Sul suo profilo LinkedIn diceva inoltre di aver lavorato come trader a JP Morgan e come stock manager a Goldman Sachs.
Fodde è figlio di un uomo sardo residente da anni in Svizzera che negli anni Sessanta collaborò con l’Aga Khan allo sviluppo immobiliare della Costa Smeralda, in Sardegna. Avrebbe iniziato a lavorare in un fondo d’investimento gestito dal padre in Svizzera con cui avrebbe fatto i primi guadagni, per poi mettersi in proprio. Una delle persone truffate, che ha voluto restare anonima, ha raccontato che Fodde in alcune occasioni aveva detto di avere fatto operazioni di insider trading, investendo denaro in aziende su cui aveva informazioni privilegiate. Questo, insieme alle solidità economica della sua famiglia, gli aveva permesso di condurre una vita lussuosa, facendo credere ai suoi potenziali investitori che gestisse davvero un fondo da 850 milioni di euro.
Lo ha confermato anche Matteo Pilato, consulente finanziario e imprenditore che ha incontrato Fodde nel 2016. Pilato ha raccontato che Fodde gli propose di collaborare e costituire insieme a lui un fondo d’investimento, ma nel momento in cui entrambi si recarono in una banca in Svizzera per verificare le coperture finanziarie, Pilato si rese subito conto che il fondo Godhand in realtà non esisteva e che avrebbe voluto procurarsi i soldi da investire in maniera illecita. A quel punto, ha raccontato Pilato, Fodde fu allontanato in malo modo dalla banca e i suoi rapporti con lui si interruppero immediatamente. Pilato ha detto che dopo quell’incontro avvisò alcuni suoi colleghi a Monaco che potevano essere entrati in contatto con Fodde, per metterli in guardia.
«L’anti Rich Kids»
Tutta la truffa è stata alimentata da una promozione dell’immagine di Fodde fatta sui media nazionali in seguito al terremoto di Amatrice del 2016. A quel tempo Fodde annunciò di voler donare in beneficenza 10mila euro ai Vigili del Fuoco della caserma di Pesaro-Urbino, ma quei soldi non sono mai arrivati. Un rappresentante dei Vigili del Fuoco di Pesaro-Urbino ha detto che la donazione sarebbe dovuta avvenire tramite l’acquisto di macchinari e altre attrezzature utili alla caserma per aiutare i terremotati e che furono anche fatti preventivi con alcune aziende. Dopo circa 4 mesi di promesse e contatti quotidiani con la segretaria di Fodde, i rapporti però si interruppero di colpo e della donazione non si seppe più nulla.
La notizia della donazione venne ripresa all’epoca da diversi giornali che intervistarono Fodde per farsi raccontare la sua storia, aumentandone la popolarità. Fodde organizzò una conferenza stampa alla Terrazza Martini, a Milano, a cui parteciparono i giornalisti di diverse testate. Nei giorni seguenti vennero pubblicati alcuni articoli su di lui su Corriere della Sera, Il Giornale e L’Unione Sarda, tra gli altri, in cui veniva detto che la donazione di Fodde ai Vigili del Fuoco faceva parte di una serie più lunga di opere di beneficenza che sarebbe durata per un anno. «Per 52 settimane cercherò di risolvere qualche piccolo problema di gente in difficoltà», riportò il Giornale citando Fodde. «Ho deciso di investire nel progetto 150mila euro di tasca mia: quasi tremila euro la settimana. Ogni sette giorni, per un anno intero, cercherò persone, enti o istituzioni che meritino la mia donazione. E che con quelle poche migliaia di euro possano tirare il fiato per rialzarsi».
Fodde disse anche che avrebbe scelto gli obiettivi delle sue donazioni leggendo le storie raccontate dai giornali italiani, dando priorità «alle segnalazioni che coinvolgono famiglie con minori». Oltre a quella promessa ai Vigili del Fuoco, Fodde nel giugno del 2017 disse che avrebbe donato 20mila euro all’associazione L’Orecchio Magico, di Ravenna, che si occupa di aiutare i bambini nati con sordità: questa donazione fu regolarmente effettuata, come confermato dal presidente dell’associazione.
Nell’articolo pubblicato il 16 settembre del 2016 dal Corriere della Sera Fodde raccontò di aver frequentato le scuole superiori a La Spezia e di aver poi raggiunto il padre a Ginevra. Qui si sarebbe laureato in economia internazionale all’università di Zurigo, e poi avrebbe seguito un master in “Tecnologia e scienze delle decisioni”. Nell’articolo veniva celebrato come «l’anti Rich Kids», opponendo il suo stile di vita a quello dei giovani molto ricchi che ostentano il proprio benessere sui social network. Il Corriere lo definì come un giovane milionario molto diverso dai suoi ricchi coetanei che sperperano il denaro in ozi e vizi, esaltandone le sue opere di beneficenza. «Non sono bacchettone, anch’io mi diverto, ma non sopporto l’ostentazione: i selfie in vasche di champagne e gli scatti in pose volgari», disse Fodde.