Tutto quello che dovete sapere su Christine Lagarde
È stata la prima ministra dell'Economia di un paese del G8 e la prima donna direttrice dell'FMI: ora diventerà con ogni probabilità la prima presidente della Banca Centrale Europea
Quando lo scorso settembre il Financial Times le chiese se fosse interessata a diventare la nuova presidente della Banca Centrale Europea, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde rispose in maniera molto chiara: «No, no, no, no, no». Meno di un anno dopo, i capi di stato e di governo europei hanno ufficialmente nominato Lagarde a candidata presidente della BCE. Ci vorrà ancora del tempo per formalizzare e poi ultimare la nomina, ma al momento appare quasi sicuro che il prossimo 31 ottobre Lagarde sostituirà Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea.
Le prime reazioni alla candidatura di Lagarde sono state in generale di apprezzamento (per molti era importante soprattutto che non venisse scelto l’attuale capo della banca centrale tedesca, Jens Weidmann). In molti sono comunque rimasti sorpresi dalla sua nomina: nessuno nei mesi scorsi aveva contemplato seriamente l’idea che Lagarde potesse essere scelta per guidare la BCE, un ruolo fino a oggi riservato ad esperti economisti che avessero già guidato la banca centrale del loro paese.
Questo punto è anche quello che ha attirato la maggior parte delle osservazioni critiche: Lagarde non ha esperienza di politica monetaria (è laureata in Giurisprudenza) ed è considerata una figura politica (è stata più volte ministro in Francia) e non tecnica. Questo, secondo i critici, rischia di avere un’influenza negativa sulla tradizionale indipendenza assoluta della BCE dal potere politico.
Lagarde sarebbe anche la prima donna a diventare presidente della BCE, così come è stata la prima donna a essere nominata direttrice del Fondo Monetario Internazionale nel 2011 e, nel 2007, la prima donna a essere nominata ministro delle Finanze in uno dei paesi del G8 (che nel 2014 è diventato G7 in seguito all’espulsione della Russia).
Nata a Parigi nel 1956 in una famiglia di accademici, da giovane Lagarde fece parte della nazionale francese di nuoto sincronizzato («Mi ha insegnato a digrignare i denti e sorridere», ha detto in un’intervista). Dopo un periodo di studi negli Stati Uniti ha iniziato a lavorare per lo studio legale internazionale Baker & McKenzie, di cui nel 1999 è divenuta presidente.
La sua carriera politica è iniziata nel 2005, quando venne scelta dal presidente francese Jaques Chirac come ministro del Commercio, per poi essere promossa due anni dopo al ruolo di ministro dell’Economia, in seguito alla vittoria alle presidenziali del candidato di centrodestra Nicolas Sarkozy. Pochi anni dopo lo stesso Sarkozy sostenne con forza la sua nomina a direttrice del FMI, in sostituzione del dimissionario Dominique Strauss-Kahn. Lagarde ottenne l’incarico nel 2011 e ha ottenuto un rinnovo nel 2016 (il suo mandato scadrà nel 2021).
Nel 2013 la sua abitazione di Parigi venne perquisita dalla polizia nel corso di un’indagine sull’imprenditore francese Bernard Tapie, che aveva ottenuto 400 milioni di euro grazie a un arbitraggio autorizzato da Lagarde quando era ministra dell’Economia. Il tribunale impose a Tapie di restituire il denaro ottenuto e condannò Lagarde per negligenza, anche se preferì non imporle alcuna punizione.
Durante la perquisizione la polizia trovò anche delle lettere senza data, ma risalenti probabilmente al 2007, che arrivarono poi al giornale Le Monde che le pubblicò. Nelle lettere, indirizzate all’allora candidato presidente Sarkozy, Lagarde professava la sua ammirazione e lealtà nei suoi confronti, gli chiedeva di farle da mentore e sostenitore e prometteva di aiutarlo senza chiedergli nulla in cambio.
Il periodo di Lagarde al Fondo Monetario Internazionale è coinciso con il momento più grave della recessione globale e della crisi dei paesi che adottano l’euro: l’FMI è stato coinvolto in una misura senza precedenti nelle complesse procedure di intervento in Grecia. In generale, tra i creditori del paese, l’FMI è spesso stato considerato tra i meno severi e più comprensivi, almeno se paragonato alla BCE e agli altri paesi europei.
Seguendo i consigli dei suoi “uomini sul campo”, Lagarde ha sempre insistito affinché la Grecia adottasse profonde e severe misure di austerità (all’inizio della crisi disse che per i greci era arrivata “la resa dei conti”, un’espressione che suscitò moltissime polemiche e che in qualche misura si rimangiò), ma lavorando con altrettanta forza affinché al paese venisse concessa una riduzione del debito a cui gli europei, primi tra tutti i tedeschi, erano fermamente contrari.
Lagarde viene descritta come una figura tutto sommato positiva persino dall’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, un uomo estremamente critico con l’establishment europeo. Proprio una battuta di Lagarde a proposito della necessità di avere “adulti nella stanza” dà il titolo al libro nel quale Varoufakis racconta dall’interno la crisi finanziaria del suo paese.
La testimonianza di Varoufakis ricorda che Lagarde ha dimostrato di avere un grande talento politico e l’abilità di raggiungere compromessi e farsi ben volere anche dai suoi avversari, come Varoufakis. Nelle scelte di orientamento economico ha sempre dato molto ascolto ai suoi consiglieri, come il capo economista del Fondo fino al 2015 Olivier Blanchard, uno dei primi ad ammettere che l’FMI aveva sottovalutato l’impatto dell’austerità sui paesi in crisi. Negli anni in cui è stata in carica, l’FMI è stata una delle poche istituzioni a mettere in discussione e rivedere le strategie adottate nel corso della crisi.
Anche se proviene politicamente dal centrodestra, Lagarde non appartiene ai cosiddetti “falchi”, la corrente più conservatrice: non è una sostenitrice della disciplina fiscale e monetaria a tutti i costi e ha dimostrato di essere politicamente molto flessibile. Nel suo ruolo di direttrice dell’FMI ha spesso consigliato ai banchieri centrali di adottare misure espansive per sostenere la crescita economica, ed è entrata in polemica con il governo tedesco affermando che la Germania avrebbe dovuto spendere di più per pareggiare il suo enorme surplus commerciale.
Viste queste sue posizioni, la maggior parte degli osservatori si aspetta che alla BCE Lagarde si appoggerà molto agli economisti della Banca e ai banchieri centrali che formano la maggioranza del consiglio esecutivo, quasi tutti di orientamento progressista (le “colombe”, come vengono definiti nel gergo delle banche centrali). Così facendo, Lagarde probabilmente finirà con il proseguire le politiche espansive del suo predecessore Mario Draghi: tagli dei tassi di interesse e, se necessario, un nuovo programma di acquisto di obbligazioni e titoli di stato come il Quantitative Easing.