Chi è Ursula von der Leyen, che sarà la nuova presidente della Commissione Europea
Ha 60 anni e una lunga carriera nel governo tedesco: a meno di sorprese sostituirà Jean-Claude Juncker dall'1 novembre
Il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, ha indicato la tedesca Ursula von der Leyen come prossima presidente della Commissione Europea, incarico al momento ricoperto da Jean-Claude Juncker. La nomina di von der Leyen dovrà essere ratificata dal Parlamento Europeo, ma non dovrebbero esserci sorprese. Von der Leyen dovrebbe subentrare a Juncker l’1 novembre, insieme ai commissari che verranno selezionati nelle prossime settimane. Se von der Leyen otterrà l’incarico, sarà la prima donna a ricoprire la carica di presidente della Commissione Europea.
— Charles Michel (@eucopresident) July 2, 2019
Von der Leyen ha 60 anni ed è nata vicino a Bruxelles, in Belgio: suo padre lavorava come funzionario di alto livello alla Commissione Europea. Ha studiato medicina e a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta ha lavorato in una clinica di Hannover, in Germania. È entrata in politica nei primi anni Duemila con la CDU, il partito centrista di Angela Merkel. Ricopre ruoli di governo dal 2005: negli anni è stata ministra della Famiglia, del Lavoro, e dal 2013 è ministra alla Difesa. È sposata con Heiko von der Leyen, medico e discendente di una nota famiglia nobile tedesca, di cui ha preso il cognome (da nubile si chiamava Albrecht: è cugina del noto direttore d’orchestra tedesco Marc Albrecht). La coppia ha sette figli.
In un profilo del 2014, Politico racconta che la sua notorietà si deve soprattutto all’incarico di ministra della Famiglia:
Nonostante fosse stata considerata un peso piuma, von der Leyen mostrò di avere un efficace istinto politico. Nei primi tre mesi di mandato la nuova ministra dominò il ciclo delle notizie invocando asili gratis e sussidi per i genitori che scelgono di stare a casa coi figli, beneficiando di uno scontro pubblico su come finanziare queste misure con Peer Steinbrück, l’allora ministro delle Finanze espresso dai Socialisti. Nel giro di un paio di mesi von der Leyen passò dall’essere una sconosciuta al novero dei dieci politici più importanti del paese, secondo i sondaggi. Si rivelò come uno dei migliori talenti politici di quel governo Merkel.
Negli ultimi anni il suo nome è stato legato soprattutto alla riforma dell’esercito tedesco, storicamente poco efficiente e male organizzato: nel 2016 von der Leyen annunciò la più grande espansione dell’esercito tedesco dai tempi della Guerra Fredda, spiegando che avrebbe assunto 14.300 nuove reclute entro il 2023.
Von der Leyen ha posizioni molto europeiste: in un’intervista data nel 2011 allo Spiegel aveva detto di avere come obiettivo a lungo termine «gli Stati Uniti d’Europa», cosa che ha ribadito anche più di recente. Negli anni della crisi della Grecia, però, si fece notare per aver proposto che la Grecia ipotecasse le sue riserve auree nazionali a garanzia del prestito concesso dai creditori internazionali. Era una posizione talmente radicale che il governo tedesco fu costretto a prenderne le distanze.
Nel 2015, quando Angela Merkel decise di accogliere centinaia di migliaia di richiedenti asilo siriani, von der Leyen si schierò con l’ala più moderata della CDU: «gli uomini, le donne e i bambini hanno lasciato i loro paesi perché scappano dalle stesse atrocità che abbiamo visto a Parigi», disse poco dopo l’attentato compiuto dallo Stato Islamico nel centro di Parigi.