Coca-Cola e Pepsi si buttano sull’acqua
Non quella in bottiglia – dove esistono già – ma quella delle nostre borracce, sperimentando distributori con acqua liscia, aromatizzata o gassata
Guardandovi in giro negli ultimi tempi – a scuola, all’università o sul posto di lavoro, soprattutto nelle città medio-grandi – avrete notato sempre più persone portarsi dietro una borraccia da riempire con l’acqua di rubinetto, preferendola alle classiche bottiglie di plastica usa e getta. È un’abitudine sempre più diffusa, dovuta soprattutto alla maggiore consapevolezza dell’enorme impatto che la plastica ha sul nostro ecosistema, e delle difficoltà di riciclare efficacemente tutte quelle bottiglie.
Anche per questo motivo Coca-Cola e Pepsi, le società produttrici delle due bevande gassate al gusto di cola più famose al mondo, hanno deciso di entrare in questo settore, introducendo alcuni distributori di acqua potabile che chi vuole può utilizzare per riempire le proprie borracce. La decisione si deve al comportamento dei consumatori. La crisi delle bibite gassate – con la crescente consapevolezza delle loro conseguenze sulla salute dei consumatori – aveva già spinto Coca-Cola e Pepsi a vendere anche acqua in bottiglia, con buoni risultati: lo scorso anno, scrive il Wall Street Journal, le vendite di acqua in bottiglia da parte di Coca-Cola sono cresciute del 2 per cento, mentre quelle di Pepsi del 4,6 per cento (il marchio di acqua in bottiglia di Coca-Cola si chiama Dasani, mentre Pepsi possiede Aquafina).
La nuova e crescente sensibilità ambientalista sta portando le aziende ad altri passi avanti: Pepsi ha acquistato SodaStream, una società che produce macchine per farsi acqua e bibite gassate in casa, mentre Coca-Cola ha annunciato che entro il 2025 tutto il materiale per il confezionamento sarà riciclabile e che entro il 2030 tutte le bottiglie e le lattine messe in vendita saranno riciclate.
Come funzionano i distributori di Coca-Cola e Pepsi
Il distributore di Coca-Cola è stato ideato nel 2016 e si chiama Dasani PureFill. Negli ultimi due anni è stato introdotto in via sperimentale in alcuni campus universitari degli Stati Uniti e a partire dall’autunno prossimo arriverà in altre scuole e luoghi pubblici. All’esterno appare come un classico distributore di Coca-Cola, ma di colore blu.
I consumatori possono scegliere se usarlo per prendere acqua filtrata, gratuita, e riempirci le proprie borracce, oppure se pagare 5 centesimi per 30 ml e aggiungere un aroma, renderla gassata o fare entrambe le cose. Per pagare si può usare la carta di credito o un’app progettata da Coca-Cola, che monitora le abitudini degli utenti e il consumo di acqua durante la giornata.
Il distributore di Pepsi, invece, è stato introdotto in fase sperimentale solo lo scorso anno, e a partire dal prossimo luglio arriverà in diversi luoghi pubblici, hotel, stadi e luoghi di lavoro. Sarà bianco e ce ne saranno due versioni, una grande grossomodo come un distributore d’acqua da ufficio e una più piccola da tavolo. Anche il distributore di Pepsi permetterà di aggiungere alcuni aromi alla propria acqua, e include anche la possibilità di modificare l’intensità degli aromi, la temperatura e la quantità di gas. Al momento non è noto quanto costerà l’acqua dei distributori di Pepsi.
Pepsi ha detto anche che intende introdurre degli adesivi da applicare alle proprie borracce, così che i distributori possano leggerli, riconoscere i clienti e memorizzare le loro preferenze. Pepsi è anche al lavoro insieme all’azienda produttrice di borracce S’well per realizzarne alcuni modelli che i distributori possano riconoscere.