Non ce ne sono, come Meryl Streep
Breve riepilogo della gigantesca carriera della più grande attrice vivente, che oggi compie 70 anni e «potrebbe interpretare un parchimetro e riempirlo di umanità e profondità»
Ci sono molti solidissimi argomenti per affermare che Meryl Streep, che oggi compie 70 anni, sia la migliore attrice vivente. E infatti lo fanno in molti: tanto che quando glielo dicono lei ci resta un po’ male, perché è un po’ «una maledizione», un peso troppo grande da portare.
In ogni caso, è un fatto che Streep (il cui vero nome è Mary Louise) abbia avuto ruoli di ogni tipo – alcuni allegri e scanzonati, altri cupi e drammatici – e dagli anni Settanta a oggi abbia costruito una carriera strapiena di ottimi film: alcuni dei quali, peraltro, si possono considerare ottimi film soltanto per via della sua presenza. Oltre alla qualità, poi, quello che stupisce nella carriera di Streep è la quantità e la varietà. Non c’è un solo film di Streep; non c’è un solo regista che abbia tirato fuori il meglio di lei; non c’è un decennio in cui sia stata migliore che negli altri; non c’è un tipo di personaggio particolarmente suo, “alla Meryl Streep”. Ha fatto tutto, con tutti, per tanti anni, e sempre benissimo. Qualcuno dice anzi che questo sia quasi un problema: che Meryl Streep sia ormai un personaggio così grande da oscurare i personaggi interpretati dall’attrice Meryl Streep. Per qualcuno è invece un valore: comunque vada, Meryl Streep è sempre Meryl Streep.
Andando oltre i giudizi e verso i fatti, Meryl Streep è la persona che nella storia del cinema è stata più volte nominata all’Oscar per le sue interpretazioni: 21 volte, finora. La prima arrivò poco dopo aver iniziato a recitare, l’ultima giusto un paio di anni fa. Streep è anche l’unica attrice a essere stata nominata all’Oscar in cinque diversi decenni: dal 1979 a oggi non sono mai passati più di cinque anni senza che venisse nominata almeno una volta. Le nomination agli Oscar di Streep sono state così tante e così costanti che per raccontare la sua carriera basta raccontare quelle.
Sulla sua vita prima del cinema basta dire che è cresciuta in New Jersey con un padre che guidava un’azienda farmaceutica e una madre casalinga, che da adolescente è stata cheerleader e reginetta del ballo del liceo. Poi ha lavorato come cameriera e dattilografa prima di studiare recitazione a Yale e poi a New York, per debuttare infine al cinema nel 1977 nel film Giulia, dopo un po’ di televisione e tanto teatro. Clinton J. Atkinson, uno dei suoi professori di recitazione, disse di lei: «Non penso che nessuno abbia insegnato a Meryl a recitare. Se lo è insegnato da sola». Da qui inizia la storia di Streep che si può raccontare attraverso le sue nomination:
1. Il cacciatore (1978): grande film di guerra di Michael Cimino al quale Streep arrivò dopo che Robert De Niro, uno degli attori del film, l’aveva notata a teatro mentre recitava in un’opera di Anton Chekhov. Streep ebbe una relazione con John Cazale, anche lui attore nel film, con il quale restò fino a quando lui morì di cancro nel marzo del 1978. Streep, nominata come miglior attrice, interpretò la donna che prima fa innamorare il personaggio di Christopher Walken e poi, dopo essere sparita per un gran pezzo di film, finisce con quello di De Niro.
2. Kramer contro Kramer (1979): il primo Oscar di Streep, come miglior attrice non protagonista. È un film che MyMovies definisce «lacerante», sulla battaglia legale per la custodia di un figlio. Streep recitò insieme a Dustin Hoffman e – nonostante pochi minuti di schermo e un personaggio non particolarmente sfaccettato – riuscì, come scrive FiveThirtyEight, a «recitare oltre la sceneggiatura».
3. La donna del tenente francese (1981): fu la sua prima nomination come attrice protagonista e sebbene oggi il film non sia molto ricordato, allora servì a molti per accorgersi di uno dei tanti talenti di Streep, la capacità di fare molto bene accenti tra loro molto diversi. In questo film interpretò due personaggi diversi: uno contemporaneo e con un accento degli Stati Uniti del Sud, un altro dell’epoca Vittoriana, con accento britannico.
4. La scelta di Sophie (1982): il secondo Oscar vinto da Streep e il primo come miglior attrice protagonista. Interpreta Sophie Zawistowska, una donna polacca a cui capita di dover fare la straziante scelta su quale figlio tenere e quale consegnare ai nazisti. Nel film Streep parla inglese e tedesco con accento polacco, e anche polacco.
5. Silkwood (1983): Streep fu nominata come miglior protagonista (così come in tutti i film dei successivi vent’anni) e fu la sua prima candidatura per un ruolo in cui interpreta un personaggio realmente esistito: l’attivista sindacale Karen Silkwood, morta in circostanze sospette dopo aver denunciato alcune cose che non andavano in una centrale nucleare. Streep recita insieme a Cher, che vinse l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
6. La mia Africa (1985): un film sentimentale con Robert Redford, in cui Streep interpreta la donna dalla cui autobiografia era tratta la storia, imitandone anche l’accento danese.
7. Ironweed (1987): Streep interpreta una donna senzatetto in un film con un grande cast ma che non incassò granché. È ambientato nella Francia degli anni Trenta ed è il primo film in cui c’è un momento in cui Streep canta da sola.
8. Un grido nella notte (1988): altra storia che fa molto soffrire, perché Streep interpreta una madre neozelandese (ma che vive in Australia) ingiustamente accusata dell’omicidio del figlio, in realtà ucciso da un dingo. Anche questo film ebbe incassi modesti e in seguitò Streep raccontò di esserci rimasta piuttosto male, perché lo considerava uno dei suoi film migliori.
9. Cartoline dall’inferno (1990): Streep è la figlia della donna interpretata da Shirley MacLaine. Il film – che parla di tossicodipendenza e del difficile rapporto tra le due – è tratto da una storia in parte autobiografica scritta da Carrie Fisher. È uno dei film in cui Streep canta.
10. I ponti di Madison County (1995): nella prima metà degli anni Novanta Streep non ebbe molti ruoli notevoli, e infatti i cinque anni tra questo film e Cartoline dall’inferno sono il suo più grande periodo senza nomination. In questo film interpreta una casalinga di origini italiane, sposata e con due figli, che ha una rapida e intensa storia d’amore con il fotografo interpretato da Clint Eastwood.
11. La voce dell’amore (1998): altro film oltremodo drammatico, in cui Streep è una casalinga con il cancro.
12. La musica del cuore (1999): qui Streep è una maestra di violino che prova a far appassionare alla musica dei ragazzi di una zona complicata di Harlem, a New York. Pare che il ruolo dovesse andare a Madonna (e pare che il ruolo di Madonna in Evita sarebbe dovuto andare a Streep).
13. Il ladro di orchidee (2002): la prima candidatura del nuovo millennio e, dopo una lunga serie di film da protagonista, uno da non protagonista. Parla di uno sceneggiatore disperato che non riesce ad adattare un libro alla sceneggiatura di un film.
14. Il Diavolo veste Prada (2006): un ruolo scanzonato in cui Streep, candidata come miglior attrice protagonista, interpreta un personaggio che si chiama Miranda Priestly ma che è chiaramente ispirato ad Anna Wintour.
15. Il dubbio (2008): interpreta la direttrice di una scuola privata e, scrive MyMovies, restituisce «le mille sfumature di un carattere complesso nascosto sotto l’apparente rigidità dell’aspetto esteriore».
16. Julie & Julia (2009): uno dei tanti film in cui Streep interpreta un personaggio realmente esistito, con un accento strepitoso: in questo caso la cuoca, scrittrice e personaggio televisivo Julia Child.
17. Iron Lady (2011): una nuova vittoria come miglior attrice protagonista, dopo diversi anni di nomination senza vittorie, per aver interpretato Margaret Thatcher. Nel discorso di ringraziamento Streep disse: «Quando ho sentito chiamare il mio nome come vincitrice ho pensato che metà America stava dicendo “Oh, no, ma come, ancora lei!».
18. I segreti di Osage County (2013): Streep è la moglie di un poeta suicida, che accoglie le figlie arrivate per il funerale.
19. Into the Woods (2014): un ruolo da strega cattiva in un musical fantastico ispirato a varie fiabe famose e ai loro personaggi.
20. Florence (2016): giusto perché le piace complicarsi le cose, Streep – che canta molto bene e da ragazza studiò da cantante d’opera – interpreta una donna, Florence Foster Jenkins, che vuole fare la cantante d’opera nonostante non sappia cantare.
21. The Post (2018): l’ultima nomination, per ora, in un film in cui Streep è Katharine Graham, storica editrice del Washington Post.
Le nomination di Streep sono così tante che nemmeno lei sa dire tutti i film per cui è stata nominata.
Non è corta nemmeno la lista degli altri film, quelli per cui non è stata nominata: e alcuni sono eccezionali. Ne fanno parte tra gli altri Manhattan, Heartburn, La casa degli spiriti, The Hours, The Manchurian Candidate, Prime, Radio America, Il ritorno di Mary Poppins e due Mamma Mia!. O anche solo guardando la TV, Streep ha trovato il tempo di recitare nell’apprezzatissima Angels in America e di recente nella seconda stagione di Big Little Lies, con un’interpretazione che ha fatto scrivere a James Poniewozik del New York Times che «Streep potrebbe interpretare un parchimetro e riempirlo di umanità e profondità».