L’Unione Europea ha prorogato di un anno le sanzioni contro la Russia per l’annessione della Crimea
All'unanimità, quindi anche con il voto del governo italiano
Il Consiglio Europeo – l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea – ha deciso di prorogare fino al 23 giugno 2020 le sanzioni introdotte in risposta all’annessione della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia nel 2014. La decisione è stata presa all’unanimità: vuol dire che ha votato a favore anche il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, nonostante i partiti di maggioranza – e soprattutto la Lega – abbiano più volte criticato le sanzioni e promesso la loro rimozione.
Il comunicato stampa diffuso dall’Unione Europea spiega nel dettaglio in cosa consistono le sanzioni:
– alle importazioni di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nell’UE
– agli investimenti in Crimea o a Sebastopoli, vale a dire che nessun cittadino europeo e nessuna impresa con sede nell’UE può acquistare beni immobili o entità in Crimea, finanziare imprese della Crimea o fornire servizi correlati
– ai servizi turistici in Crimea e a Sebastopoli, in particolare le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza
– alle esportazioni di determinati beni e tecnologie diretti a imprese della Crimea o destinati ad essere usati in Crimea nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia e concernenti la prospezione, l’esplorazione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerali. È inoltre vietato fornire assistenza tecnica o servizi di intermediazione, di costruzione o di ingegneria relativi ad infrastrutture in detti settori.Come affermato nella dichiarazione dell’alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a nome dell’UE, del 17 marzo 2019, a cinque anni dall’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, l’UE mantiene il suo fermo impegno a favore della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. L’UE non riconosce e continua a condannare tale violazione del diritto internazionale.
A partire dal marzo 2014 l’UE ha gradualmente imposto una serie di misure restrittive nei confronti della Russia in risposta a tale deliberata destabilizzazione dell’Ucraina, comprese le sanzioni rinnovate oggi. In risposta alla crisi in Ucraina sono in vigore altre misure dell’UE, tra cui:
– sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell’economia russa, attualmente in vigore fino al 31 luglio 2019
– misure restrittive individuali, attualmente nei confronti di 170 persone e 44 entità, che sono soggette al congelamento dei beni e al divieto di viaggio in quanto le loro azioni hanno compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.