A Chennai manca l’acqua
Le riserve della metropoli indiana si stanno prosciugando per il caldo e la siccità, e milioni di persone ne stanno soffrendo
Chennai, che con i suoi dieci milioni di abitanti è la sesta città più popolosa dell’India, da giorni ha un gravissimo problema di carenza d’acqua, dopo che la riserve intorno alla città si sono prosciugate. La più importante, il bacino dello Chembarambakkam, a 25 chilometri dalla città, è quasi completamente asciutta; le altre si sono ristrette tantissimo, come mostrano le foto aeree.
Il problema è legato a una concomitanza di eventi: le siccità sono un problema stagionale in India, che però quest’anno ha coinciso con un’anomala ondata di alte temperature. Anche gli abitanti delle centinaia di migliaia di case che – soprattutto dopo un piano di infrastrutture realizzato nel 2017 – sono collegate alla rete idrica cittadina sono rimasti completamente o quasi senz’acqua, che ora deve essere trasportata sui camion dal bacino dello Chembarambakkam e distribuita quartiere per quartiere costringendo gli abitanti a fare lunghe code al sole. Non arriva però tutti i giorni, e deve essere conservata in grosse taniche e razionata con attenzione.
Alcune scuole hanno chiuso per diversi giorni, così come molti ristoranti e negozi. Nella metropolitana è stato sospeso il condizionamento dell’acqua, e gli uffici hanno chiesto ai dipendenti di lavorare da casa, per risparmiare acqua. Chi può permetterselo si rifornisce da autocisterne private che arrivano da altre zone dello stato del Tamil Nadu, dove si trova Chennai, che comunque non riescono a soddisfare l’offerta. La settimana scorsa, la polizia ha arrestato un uomo per aver accoltellato una persona dopo un litigio sulla condivisione dell’acqua nel quartiere. «Solo la pioggia può salvare Chennai», ha detto a BBC un funzionario locale.
In India soltanto una casa su quattro è collegata alla rete idrica, e ogni anno circa 200mila persone muoiono per motivi legati alla scarsità d’acqua. Un’abitazione nelle periferie di Chennai può normalmente contare soltanto su 30-40 litri di acqua al giorno: in questi giorni di ulteriori privazioni, le condizioni sanitarie stanno peggiorando notevolmente. L’India fa tradizionalmente affidamento sulle falde acquifere, che però sono state eccessivamente sfruttate in tempi recenti con la conseguenza che il paese è molto esposto alle siccità, e spesso dipendente interamente dalle piogge. La situazione non sembra destinata a migliorare, visto che si stima che la popolazione del paese aumenterà di altre 300 milioni di persone entro il 2050, rendendolo il più abitato del mondo.