Torna “Big Little Lies”
Non era nei piani ma poi la prima stagione è andata così bene che è successo: la seconda è stasera su Sky Atlantic e alle cinque protagoniste si aggiungerà Meryl Streep
Big Little Lies fu una delle serie più apprezzate del 2017: piacque molto alla critica e vinse otto Emmy e quattro Golden Globe (dopo aver ricevuto rispettivamente 16 e 6 nomination). A voler essere precisi era però una miniserie, cioè una serie più breve e di una sola stagione: fu concepita per durare sette episodi e poi basta, nient’altro. Ma poi, visto il successo che ebbe, le cose cambiarono ed ecco quindi che questa sera arriva in Italia la seconda stagione di Big Little Lies, che non avrebbe dovuto esserci. I primi due episodi dei sette che compongono la seconda stagione saranno trasmessi questa sera su Sky Atlantic, dopo che negli Stati Uniti erano stati trasmessi il 9 e il 16 giugno. È quindi il caso di ripassare cosa successe nella prima, capire cosa è successo per far sì che ne arrivasse una seconda e infine cosa si dice di questa seconda stagione di Big Little Lies.
La prima stagione (con SPOILER)
Era tratta da un omonimo racconto dell’australiana Liane Moriarty, tradotto in Italia come Piccole grandi bugie. La diresse Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club e Wild, e a occuparsi dell’adattamento per la TV fu David E. Kelley, uno degli sceneggiatori più famosi della televisione americana. La prima stagione era ambientata a Monterey, in California, e parlava di cinque donne che vivevano in una comunità ricca e in molti casi sembravano avere vite quasi perfette, ma che in realtà avevano grandi problemi. A interpretare le cinque donne erano Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Laura Dern, Shailene Woodley e Zoë Kravitz.
Il primo episodio della prima stagione si apriva con le indagini in seguito alla morte di qualcuno, ma lo spettatore non capiva né chi era morto né chi poteva averlo ucciso. Per scoprirlo bisognava arrivare alla fine, dove si vedeva che a morire era stato Perry (interpretato da Alexander Skarsgård) e che a causarne la morte era stata Bonnie, la donna interpretata da Zoë Kravitz. La morte arrivava dopo che nel corso della stagione si era scoperto che Perry picchiava la moglie Celeste (Kidman) e in passato aveva violentato Jane (Woodley). Bonnie uccideva Perry durante un evento di beneficenza – in cui gli uomini erano vestiti da Elvis e le donne da Audrey Hepburn – per difendere Celeste. Alla morte di Perry assistevano però anche le altre quattro donne, che insieme decidevano di mentire e raccontare che Perry fosse morto in un incidente, e non perché spinto da una di loro.
Big Little Lies era quindi una di quelle “serie rompicapo“, molto in voga negli ultimi anni, in cui gli ultimi dieci minuti davano risposte alle più importanti domande delle precedenti ore. Ma in mezzo c’era anche molto altro: problemi con i rispettivi figli, relazioni complicate, tradimenti, invidie, gelosie e delusioni che ruotavano tutti intorno a quelle cinque donne. Il New Yorker ne parlò addirittura come di una «versione di qualità di Desperate Housewives». Più in generale e con meno semplificazioni, Big Little Lies fu apprezzata per quasi ogni suo aspetto – la recitazione, la colonna sonora, la regia e la fotografia – e, come ha scritto James Poniewozik sul New York Times, per il modo in cui riusciva a usare l’indagine su un omicidio come espediente per una storia drammatica «sul matrimonio, sull’essere genitori, sui milioni di aspetti dei concetti di colpa e giudizio». Il tutto ambientato in delle elegantissime case di design con gran vista sul mare, feste per ricchi e scuole private di assoluta eccellenza.
Dopo la prima e prima della seconda
L’ultima puntata dell’allora miniserie Big Little Lies – prodotta tra gli altri anche da Witherspoon e Kidman – andò in onda nell’aprile 2017. Subito dopo Vallée, il regista di cinema prestato alla tv per questo progetto, rispose così a una domanda su un’eventuale seconda stagione?
No, no, questo è il finale perfetto. Non c’è modo, non c’è motivo di fare una seconda stagione. Il progetto è stato concepito per essere una miniserie, e finisce in un modo fatto apposta perché sia il pubblico a immaginare il resto. Se facessimo una seconda stagione rovineremmo quanto di bello fatto fin qui.
Poi passarono i mesi, la serie vinse diversi premi, la possibilità di una seconda stagione si fece sempre più realistica e Vallée disse: «Sarebbe stupendo riunire la squadra e farlo davvero». Verso la fine del 2017 HBO, che aveva prodotto la prima stagione, fece sapere di aver contattato Moriarty per pensare a un seguito. La sceneggiatura vera e propria della seconda stagione fu scritta da Kelley e alla regia fu chiamata Andrea Arnold, regista di American Honey. Vallée è invece rimasto come produttore esecutivo. Il nuovo acquisto più importante della seconda stagione di Big Little Lies è però tra gli attori: per interpretare la madre di Perry è infatti stata chiamata Meryl Streep.
La seconda stagione
Diciamo che nonostante l’arrivo di Streep, intorno alla seconda stagione di Big Little Lies c’era tanto scetticismo, perché molti critici pensavano che sarebbe stato difficile mantenere i livelli di qualità e tensione raggiunti dalla prima, e che la stagione esisteva soprattutto per motivi commerciali: era andata bene la prima e tanto bastava per farne una seconda.
Dopo che hanno potuto vedere i primi tre episodi della seconda stagione, tanti critici si sono invece detti soddisfatti: «È andata molto meglio di quanto pensassi», ha scritto Poniewozik sul New York Times, «Big Little Lies continua a offrire le acute osservazioni, a volte comiche e a volte drammatiche, che hanno reso la prima stagione uno dei più interessanti eventi televisivi del 2017». Ha aggiunto che «Andrea Arnold riesce a mantenere l’aria di intimità che aveva caratterizzato la regia di Vallée» e che la serie si fa ben guardare «osservazione dopo osservazione, interpretazione dopo interpretazione, momento dopo momento».
Poniewozik è tra quelli che hanno scritto che la serie funziona perché prova a rispondere ad alcune delle domande che ci si era fatti dopo la fine della prima stagione ma, soprattutto, perché sembra avere anche altre storie da raccontare. In particolare, ha scritto che «Mary Louise (il personaggio di Meryl Streep) prende il posto dell’antagonista che prima era occupato dal figlio» e che visto che «Streep potrebbe interpretare un parchimetro e riempirlo di umanità e profondità», il personaggio funziona bene. «È grigia e terrificante, uno squalo in cardigan», ha scritto. Dice anche che probabilmente basterà quello che fa nella scena qui sotto per farle vincere un Emmy.