Che nome dareste a un pianeta? E a una stella?

L'Italia può scegliere quelli di un sistema planetario lontanissimo e possono partecipare tutti con le loro proposte, altre nazioni faranno altrettanto con altri pianeti e stelle

Un sistema planetario in un'elaborazione grafica (IAU)
Un sistema planetario in un'elaborazione grafica (IAU)

A 900mila miliardi di chilometri da noi c’è HD 102195b, un pianeta gassoso gigante che per certi versi ricorda Giove, che è invece più vicino, nel nostro sistema solare. Giove ha inoltre il vantaggio di avere un nome meno ostico e più facile da ricordare rispetto alla sequela di numeri e lettere del suo simile molto, molto (moltissimo) lontano. La buona notizia per HD 102195b (e per la sua stella di riferimento) è che presto potrà avere un nome più semplice e memorabile, grazie all’Italia e a un’iniziativa dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU) per nominare centinaia di sistemi planetari scoperti negli ultimi anni e con pianeti che si trovano all’esterno del nostro sistema solare (esopianeti).

Considerato che là fuori ci sono miliardi di corpi celesti, è essenziale che ci sia qualcuno che si occupi di assegnare loro i nomi e tenere aggiornati i registri. La IAU, che quest’anno compie un secolo, ha il compito di occuparsi proprio di questo: nominare stelle, asteroidi, pianeti e altri corpi celesti. Ha sede a Parigi e coordina il lavoro delle società astronomiche dei singoli paesi, attraverso riunioni, convegni e 12 divisioni che si occupano di diversi aspetti dell’astronomia, dai fondamentali all’astrofisica passando per le scienze dei sistemi planetari.

Di solito i nomi per i corpi celesti sono scelti con regole piuttosto rigide, per evitare fraintendimenti e una gestione caotica dei registri. Per festeggiare il suo centenario, la IAU ha però deciso di fare un’eccezione e di consentire a ogni società astronomica nazionale di scegliere il nome per un sistema planetario, cioè l’insieme dei pianeti che orbitano intorno a una stella di riferimento. Come suggerisce il nome, il nostro sistema solare è un sistema planetario e ha come stella di riferimento il Sole, la sua primaria fonte di energia.

L’iniziativa della IAU è stata annunciata il 7 giugno scorso e si chiama NameExoWorlds. Per ora coinvolge circa 80 paesi, compresa l’Italia, e a ciascuno di questi è stato assegnata una stella con un suo sistema planetario da nominare. Nel nostro caso, la stella si chiama HD 102195 e ha un solo pianeta che le orbita intorno, finora chiamato HD 102195b. Come avrete notato, il sistema di nomenclatura utilizzato per gli esopianeti è alquanto monotono, per quanto funzionale: per definirli, semplicemente si aggiunge una lettera al nome della loro stella di riferimento. Se HD 102195 avesse altri pianeti che le orbitano intorno, questi si chiamerebbero HD 102195c, HD 102195d e via discorrendo.

L’orbita descritta da HD 102195b intorno alla sua stella di riferimento (NASA)

HD 102195 è una stella con una massa pari al 90 per cento circa di quella del nostro Sole, e un raggio dell’84 per cento rispetto a quello solare; superficialmente è anche un poco più fredda del Sole e – trovandosi a 95 anni luce da noi – non può essere osservata a occhio nudo, ma solamente con i telescopi. Mentre il Sole impiega circa 27 giorni per fare un giro su se stesso, HD 102195 ha un periodo di rotazione di appena 12 giorni.

A fare compagnia a HD 102195 c’è HD 102195b, un pianeta scoperto nel 2005. È un “gioviano caldo”, ha cioè una massa confrontabile a quella di Giove, ma a differenza di questo orbita molto vicino alla sua stella. Talmente vicino che un anno da quelle parti dura poco più di 4 giorni. La prossimità alla stella fa sì che la temperatura superficiale di HD 102195b sia molto alta: oltre 700 °C.

La prima foto dall’orbita di Giove scattata dalla sonda Juno nel 2016 (NASA.gov)

Tutti possono inviare la loro proposta compilando un modulo, messo a disposizione dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), responsabile della selezione dei nomi per l’Italia. Le proposte potranno essere inviate fino al prossimo 10 ottobre, poi una commissione selezionerà quelle più promettenti, che potranno essere votate tra il 20 ottobre e il 10 novembre. Al termine della selezione, l’INAF invierà la prima e la seconda proposta con più voti alla IAU, che infine deciderà il vincitore finale. Devono essere decisi sia il nome del pianeta HD 102195b sia della sua stella HD 102195. Entrambi manterranno l’attuale nomenclatura, ma quella nuova sarà comunque accettata come riferimento ufficiale per i corpi celesti interessati.

I nomi propositi possono essere di persone, cose o luoghi con un significato culturale, storico o semplicemente geografico. I due nomi devono avere lo stesso tema, che deve essere riassunto in una frase da chi fa la proposta. Ogni nome non deve superare i 16 caratteri e deve essere: preferibilmente di una parola sola, pronunciabile in più lingue, diverso da nomi di corpi celesti già esistenti, non offensivo o commerciale, non di persone viventi, non di animali, non inventato, non di persone morte meno di un secolo fa, non di persone/luoghi/eventi diventati famosi per motivazioni politiche, militari o religiose.

A partire dal 1995 e grazie ad alcune missioni spaziali, come quella di Kepler, sono stati scoperti almeno 4mila possibili esopianeti solo nella Via Lattea, la nostra galassia. Secondo gli astronomi, gli esopianeti potrebbero essere miliardi, ma con le attuali tecnologie è praticamente impossibile osservarli direttamente. L’esistenza di diverse centinaia di esopianeti è stata comunque confermata grazie a varie osservazioni, per esempio sulle oscillazioni nella luminosità delle stelle intorno alle quali orbitano, determinate dal loro passaggio.

Tradizione vuole che chi scopre un nuovo corpo celeste abbia la facoltà di sceglierne il nome, che viene poi confermato dalla IAU. Con oltre 11mila membri e 93 paesi partecipanti, la IAU è probabilmente una delle organizzazioni di maggiore successo nella storia delle relazioni scientifiche internazionali tra i paesi ed è un punto di riferimento per centinaia di migliaia di ricercatori. Dal 1919 ha dimostrato di non farsi piegare da richieste commerciali o particolari conflitti d’interesse, mantenendo un sistema efficiente per catalogare la grande quantità di corpi celesti dell’Universo.

La IAU è comunque consapevole dell’importanza di iniziative di comunicazione per coinvolgere chi non è del mestiere. Prima di NameExoWorlds, nel 2015 aveva già organizzato una campagna per scegliere il nome di 14 stelle e di 31 pianeti. In pochi giorni sul suo sito fu espresso mezzo milione di preferenze, provenienti da oltre 180 paesi. La nuova iniziativa potrebbe coinvolgere molte più persone, per sentire più vicini posti lontanissimi, che forse non raggiungeremo mai.