Lo sciopero delle donne in Svizzera
In migliaia hanno manifestato in tutto il paese per chiedere salari più alti, equità e la fine delle molestie sui posti di lavoro
In Svizzera venerdì migliaia di donne – e di uomini con loro solidali – hanno scioperato contro le discriminazioni sessuali e per chiedere in particolare stipendi migliori, maggiore equità e la fine delle molestie sul posto di lavoro. Nella capitale Berna migliaia di manifestanti si sono riunite davanti al Palazzo federale, sede del Parlamento; alcune parlamentari vestite di viola, il colore del movimento, si sono affacciate per mostrare il loro sostegno. A Zurigo, il centro finanziario del paese, le manifestanti hanno bloccato le strade principali attorno alla stazione ferroviaria; a Lucerna si sono radunate in migliaia per un sit-in davanti al teatro della città; a Losanna si sono riunite di notte, hanno acceso un fuoco con i bancali e incendiato cravatte e reggiseni; a Ginevra le proteste si sono concentrate nel Parc Bertrando, dove sventolava uno striscione per ricordare che le donne ricoprono solo il 12 per cento dei lavori da ingegnere e il 91 per cento di quelli domestici.
In tutto il paese molte donne hanno smesso di lavorare alle 15:24, l’ora in cui – secondo le organizzatrici del movimento – dovrebbero lasciare il lavoro per essere pagate in proporzione quanto gli uomini. In alcune città gli asili sono rimasti chiusi e le scuole hanno offerto solo i servizi di base per consentire alle lavoratrici di partecipare agli eventi. Tra le rivendicazioni più puntuali c’è la richiesta di aumento del salario delle lavoratrici domestiche, delle insegnanti e delle badanti. Secondo un sondaggio recente del gruppo Tamedia, il 63,5 per cento degli svizzeri è stato favorevole allo sciopero; per l’occasione il Parlamento ha fatto una pausa di 15 minuti.
Secondo dati del 2016 dell’Istituto svizzero di statistica, le donne svizzere guadagnano di media il 12 per cento in meno degli uomini, a parità di mansione. L’Organizzazione internazionale del lavoro, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove la giustizia sociale, ha detto che la Svizzera è una delle nazioni peggiori in Europa e in Asia Centrale per il divario di istruzione tra i sessi dopo le scuole superiori, soprattutto nelle materie scientifiche. In Svizzera i diritti delle donne sono una conquista abbastanza recente: il suffragio femminile a livello federale arrivò nel 1971, mentre il cantone Appenzell Innerrhoden ammise le donne al voto locale soltanto nel 1990, su ordine di un tribunale. Le manifestazioni di venerdì ricordano le – prime e ultime – grandi proteste a favore dei diritti delle donne, che si tennero il 14 giugno 1991: scese in piazza mezzo milione di donne in un paese che contava 6,6 milioni di abitanti.