Le elezioni in Kazakistan, storiche e scontate
Sono le prime senza il presidente autoritario Nazarbayev, ma tutti prevedono vincerà il suo erede politico e ci sono molti dubbi sulla loro trasparenza
Oggi in Kazakistan, una delle repubbliche dell’Asia centrale, si vota per eleggere un nuovo presidente. Le elezioni erano state indette ad aprile dal presidente ad interim Kassym-Jomart Tokayev, che a marzo aveva preso il posto dell’uomo che guidava il paese in modo autoritario dal 1990, cioè da un anno prima dell’indipendenza dall’Unione Sovietica: Nursultan Nazarbayev. È la prima volta che tra i candidati presidente alle elezioni – che non sono mai state vere elezioni – non c’è Nazarbayev. Non ci si aspettano però grandi cambiamenti: il processo elettorale non è trasparente e tutti gli esperti prevedono una netta vittoria di Tokayev.
Tokayev era stato nominato dallo stesso Nazarbayev e non appena cominciato il suo incarico aveva proposto che la capitale del paese, Astana, fosse rinominata Nursultan in onore dell’ex presidente. Le dimissioni di Nazarbayev avevano fatto sperare in un vero cambiamento nella politica kazaka, ma dopo la sorpresa iniziale molti si sono disillusi appurando che la presidenza di Tokayev è in piena continuità con quella precedente. Secondo diversi analisti, il neopresidente avrebbe anticipato le elezioni dal 2020 a oggi per rafforzare la sua leadership nel paese.
In tutto il Kazakistan però in queste settimane ci sono state delle piccole proteste per invitare i cittadini a boicottare le elezioni. Non era mai successo che tanti giovani protestassero contro il regime, dove sia la libertà di parola che quella di assemblea sono limitate. I social network sono stati usati per diffondere messaggi di protesta con l’hashtag #уменяестьвыбор, che significa “ho una scelta”, e gruppi di studenti hanno organizzato manifestazioni e forme di protesta che eludessero la censura.
Alcuni attivisti sono stati arrestati per aver esibito degli striscioni contro il governo, compreso un giovane – trattenuto per poco tempo – che ne aveva esibito uno completamente bianco: ha raccontato che quando ha chiesto alla polizia perché fosse stato arrestato gli è stato detto «ora lo decideremo». Una delle forme di protesta che si sono diffuse online è stata la condivisione di fotografie di ragazzi che non fanno altro che camminare per la strada, come a indicare una delle poche azioni consentite.
Le autorità dicono che non c’è ragione di protestare dato che ci sono moltissimi candidati presidente che si possono votare, compreso lo storico membro dell’opposizione Amirzhan Kosanov, e dato che Tokayev ha promesso elezioni «eque e trasparenti». Né i giovani né gli esperti però credono che il processo elettorale rispetterà davvero il volere degli elettori. L’influenza dello stesso Nazarbayev sul paese continuerà a essere fortissima: è membro a vita del Consiglio di sicurezza, è ancora il capo del suo partito e detiene il titolo di “Guida della nazione” a vita, per questo sarà coinvolto in tutte le decisioni importanti.
Secondo gli esperti di politica internazionale la strategia di Nazarbayev per continuare a comandare in Kazakistan pur non essendone più il presidente potrebbe essere un caso di studio per molti altri leader autoritari del mondo. Andrea Kendall-Taylor, ex analista dei servizi segreti americani e membro del Center for a New American Security, ha detto all’Atlantic: «I dittatori imparano sempre gli uni dagli altri. I vicini del Kazakistan osserveranno attentamente se [la strategia di Nazarbayev] funzionerà».