I negoziati tra Messico e Stati Uniti per fermare i migranti
I colloqui sono in corso: Trump sta usando la questione dei dazi per spingere il governo messicano a investire nel pattugliamento delle frontiere, nel respingimento e nella gestione delle richieste di asilo
Il Messico e gli Stati Uniti stanno negoziando una serie di accordi per modificare le regole sulle richieste di asilo e cercare di fermare il flusso dei migranti diretti negli Stati Uniti, che nelle ultime settimane ha subito un discreto aumento. In cambio, il presidente Trump potrebbe rivedere le sue intenzioni di aumentare i dazi sui prodotti importati dal Messico fino al 25 per cento. I colloqui con Trump proseguiranno anche oggi, venerdì 7 giugno, a Washington.
Un funzionario messicano, che ha parlato con il New York Times a patto di restare anonimo perché i colloqui sono riservati, ha fatto sapere che ad oggi non è stato raggiunto alcun accordo. Come parte dei negoziati tra i due paesi, scrive sempre il New York Times, i migranti sarebbero tenuti a chiedere asilo nel primo paese straniero in cui entrano dopo aver lasciato le loro case. I guatemaltechi in cerca di rifugio dovrebbero richiedere asilo in Messico piuttosto che negli Stati Uniti, dunque, e quelli che fuggono da El Salvador e dall’Honduras dovrebbero cercare asilo in Guatemala piuttosto che proseguire per il Messico o gli Stati Uniti. I negoziatori messicani si sarebbero anche impegnati a schierare 6mila membri della Guardia Nazionale al confine con il Guatemala. Il Messico potrebbe poi intervenire contro i trafficanti che aiutano i migranti e aiutare gli Stati Uniti.
La crisi umanitaria che riguarda i migranti che entrano negli Stati Uniti attraversando il confine col Messico sta raggiungendo livelli di nuova emergenza: le strutture destinate alla detenzione temporanea sono sovraffollate, ci sono lentezze nelle pratiche burocratiche con cui dovrebbero essere esaminate le richieste di asilo e i migranti vivono grandi disagi e sofferenze. C’entra principalmente un nuovo picco degli ingressi: solo ad aprile sono state arrestate 58mila persone per aver attraversato illegalmente il confine, in maggio sono salite a 144mila e da ottobre a oggi sono entrati illegalmente negli Stati Uniti 248mila tra genitori e i figli che li seguivano, più di quelli dei dodici mesi precedenti.
Fino ad ora, Trump ha provato diverse strategie per cercare di fermare il flusso: muro a parte, l’anno scorso aveva adottato la pratica di dividere le famiglie separando i bambini dai genitori, per scoraggiare le partenze, poi sospesa dopo una vasta indignazione internazionale. Aveva provato anche a far approvare al Congresso delle modifiche al sistema, per esempio per rendere più rigidi i criteri per chiedere l’asilo: ma sono anni che non vengono approvate riforme significative dell’immigrazione, e da quando la Camera è passata ai Democratici è praticamente impossibile che Trump possa ottenere qualcosa in questo senso. A febbraio Trump era dovuto ricorrere ai fondi di emergenza – solitamente usati per calamità naturali – per ottenere fino a 8 miliardi di dollari per iniziare a costruire il muro, dopo la prolungata opposizione dei Democratici al Congresso.
La scorsa settimana, in una serie di tweet e commenti, Trump aveva promesso di imporre e aumentare i dazi sulle importazioni messicane a meno che il Messico non riuscisse ad occuparsi del flusso dall’America Centrale. Era un problema, aveva scritto il presidente, che i messicani possono risolvere «in un giorno, se lo desiderano».
Il Messico è il principale partner commerciale degli Stati Uniti, che ogni anno importano beni per un valore complessivo di circa 346 miliardi di dollari. Tra le altre cose, dal Messico arrivano negli Stati Uniti moltissimi prodotti agricoli e automobili, poiché tanti produttori hanno nel tempo trasferito le loro fabbriche nel paese per risparmiare sul costo della manodopera. Oltre che danneggiare le esportazioni messicane, però, i dazi avrebbero un effetto anche sull’economia statunitense, visto che a pagarli sarebbero gli importatori negli Stati Uniti, che poi probabilmente dovrebbero aumentare i prezzi per i consumatori finali dei prodotti.
Diversi esperti in materia di immigrazione affermano poi che la richiesta del presidente di porre fine all’immigrazione clandestina sia piuttosto fantasiosa. Il Messico potrebbe sì rafforzare i controlli e fornire maggiori aiuti umanitari ai migranti, ma è molto improbabile se non impossibile che riesca a fermare del tutto l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti. I migranti troverebbero comunque il modo di arrivare ai confini con gli USA, indipendentemente da ciò che farà il governo messicano.