A Londra i furgoni del gelato sono un problema
Con i loro motori diesel accesi tutto il giorno inquinano troppo: si stanno dunque cercando soluzioni alternative
A Londra si stanno mettendo in discussione gli storici furgoni del gelato che affollano la città perché hanno motori diesel e inquinano troppo. I furgoni del gelato, nel Regno Unito, sono considerati uno dei segni tipici dell’arrivo dell’estate: girano per le strade e i parchi, parcheggiano fuori dalle stazioni della metropolitana e davanti alle scuole e sono considerati una tradizione. «Nessuno vuole un contorno di asma con il proprio gelato», ha detto però in una recente intervista Caroline Russell, politica del Green Party dell’assemblea cittadina di Londra. In alcuni punti della città hanno cominciato a comparire cartelli con scritto “no ice trading” e sono aumentati i controlli e le multe ai venditori che infrangono le regole.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità più del 90 per cento della popolazione mondiale respira aria inquinata, in cui le polveri sottili eccedono i livelli di sicurezza. I dati dicono che a Londra più di 9 mila persone muoiono ogni anno per le conseguenze di un’esposizione prolungata all’inquinamento: circa il 50 per cento dell’inquinamento è causato dalle macchine, e il 40 da veicoli a gasolio. La questione ambientale è da tempo molto presente tra le priorità delle città britanniche, e di Londra in particolare: il mese scorso, nel centro di Londra è entrata in funzione la cosiddetta Ulez (da ultra low emission zone), una nuova zona a traffico limitato per auto, furgoni e motociclette che non rispettano alcuni standard europei sulle emissioni. Questi mezzi dovranno pagare una tariffa per poter circolare che, in alcuni casi, può arrivare a 100 sterline al giorno (116 euro). Qualche giorno fa, poi, il Parlamento del Regno Unito ha dichiarato l’emergenza climatica, attraverso una mozione dei laburisti che chiede di azzerare le emissioni entro il 2050 e di presentare proposte perché il paese raggiunga un’economia senza sprechi di energia e risorse.
Il problema è che i furgoni del gelato, oltre ad avere spesso motorizzazioni antiche e inquinanti, sostano per ore con il motore acceso. I congelatori possono funzionare anche a motore spento, ma le macchine per i gelati morbidi (quelli che escono come una crema direttamente dai mantecatori e che sono i più venduti in città) hanno bisogno della potenza del motore per funzionare. Diversi venditori hanno reagito dicendo che il problema è più ampio, coinvolge anche molti altri mezzi come taxi e autobus e non solo i furgoni del gelato, che escono per le strade solo 4-6 mesi all’anno e che rappresentano una tradizione.
Per cercare di non arrivare al divieto totale e risolvere la situazione sono state comunque pensate delle soluzioni alternative (oltre a far acquistare dei furgoni che rispettino gli standard sulle emissioni e che hanno, però, costi molto elevati). Si potrebbero per esempio installare dei punti per la distribuzione di energia elettrica nei parchi e due quartieri di Londra, Lambeth e Islington, l’hanno già fatto: questo consente ai furgoni dei gelati di tenere il motore spento e di far comunque funzionare le macchine. Il sistema ha trovato l’approvazione dell’associazione di settore, la Ice Cream Alliance.
Un produttore di camion per gelati, Whitby Morrison, ha fatto sapere poi che sta lavorando per sviluppare un sistema elettrico entro la fine dell’anno. «Il furgone dei gelati è una tradizione britannica», ha dichiarato il direttore dell’azienda: «È un’icona con cui siamo cresciuti. Mi piacerebbe vederlo far parte della vita di tutti, per le generazioni a venire». Il quartiere di Hammersmith e Fulham, nella parte ovest della città, ha invece trovato una soluzione diversa: un venditore di gelati che teneva il motore diesel del proprio furgone acceso tutto il giorno fuori dalla fermata della metropolitana della zona è stato convinto dal consiglio locale a scambiare il mezzo con un triciclo elettrico.