Ci sono dubbi sull’autenticità del Salvator Mundi
Cioè il quadro più pagato al mondo, venduto ai sauditi nel 2017 e mai più esposto: sembra che il Louvre voglia considerarlo un "lavoro di bottega"
Su diversi giornali internazionali si parla, di nuovo, del Salvator Mundi, il quadro che secondo alcuni fu dipinto da Leonardo Da Vinci e che secondo altri è invece un’opera di bottega (cioè “nello stile di un artista, ma di qualità inferiore, quindi attribuibile ad allievi”). Il Louvre di Parigi infatti ha chiesto il quadro in prestito al Louvre di Abu Dhabi in occasione della mostra sul cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci che aprirà il prossimo ottobre, ma avrebbe intenzione di esporlo presentandolo come non autentico.
Salvator Mundi ha una storia complicata. Il quadro rappresenta Gesù Cristo che con la mano destra benedice e che con quella sinistra regge un globo trasparente. È un olio su tavola grande 66 per 46 centimetri, e fu dipinto in Francia per Luigi XII intorno al 1500. Dopo essere stato creduto perso per moltissimo tempo, era stato ritrovato nei primi anni Duemila e venduto una prima volta per meno di 10.000 dollari nel 2005, una quotazione bassissima. Da lì in poi – una volta restaurato e autenticato – era stato comprato e venduto più volte da collezionisti e commercianti d’arte, a prezzi sempre più alti (75 milioni di dollari, nel 2013). L’ultima volta che era stato esposto fu tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 alla National Gallery di Londra, e all’epoca in pochi dubitarono della sua autenticità.
Nel novembre del 2017 il Salvator Mundi venne infine venduto all’asta da Christie’s a New York per 450 milioni di dollari, l’equivalente di circa 381 milioni di euro, a un semisconosciuto principe saudita che non aveva precedenti come collezionista d’arte, ma che risultava essere amico e socio del principe ereditario saudita Muhammad bin Salman. La cifra ne aveva fatto l’opera d’arte più costosa al mondo. Il quadro avrebbe dovuto essere esposto nel settembre del 2018 al Louvre di Abu Dhabi: a due settimane dalla mostra, però, il museo ne aveva posticipato l’esposizione a data da destinarsi e senza fornire spiegazioni. Da allora si erano susseguite voci e teorie sul fatto che il quadro non fosse autentico, o che fosse stato usato per corrompere qualcuno e se ne fossero perse le tracce: a oggi non è chiaro dove si trovi il dipinto, anche se si dice che sia custodito a Ginevra.
Da tempo, comunque, gli esperti di storia dell’arte non sono sicuri che il dipinto sia davvero opera di Leonardo. Jacques Franck, storico dell’arte, esperto di Leonardo e consulente per sei anni del Louvre di Parigi, pensa che nella migliore delle ipotesi il Salvator Mundi sia stato dipinto da un assistente di Leonardo, con qualche suo piccolo contributo: i drappeggi e i capelli di Gesù sarebbero rigidi e in generale la piattezza del dipinto, secondo molti, non potrebbe essere opera di Leonardo.
Ora anche all’interno del Louvre starebbero cominciando a dubitare dell’autenticità del quadro; Ben Lewis, autore di un libro sulla storia del dipinto, lo ha confermato. «Il Louvre di Parigi ha chiesto al Louvre Abu Dhabi se potevano prendere il dipinto in prestito per la loro esibizione, questo è ufficiale. Ma le mie fonti interne al Louvre, varie fonti, mi dicono che non molti curatori del Louvre pensano che sia un quadro autentico di Leonardo da Vinci e che, se lo metteranno in mostra, lo esporranno come “di bottega”». Sarebbe uno smacco e un enorme danno per gli attuali proprietari, che ne vedrebbero crollare il valore e che forse per questo non hanno ancora dato una risposta al Louvre di Parigi: «È molto improbabile che venga mostrato (a Parigi, ndr) perché il proprietario di questo dipinto non può prestarlo al Louvre di Parigi e vederlo esposto come “lavoro di bottega di Leonardo”».