La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una norma della legge sull’aborto dell’Indiana sulla sepoltura dei feti abortiti, ma non si è espressa su altri aspetti della legge
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una norma della legge sull’aborto dello Stato dell’Indiana che prevede la corretta sepoltura o cremazione dei feti abortiti, sostenendo che lo stato abbia «un legittimo interesse per il corretto smaltimento dei resti fetali» e che la decisione non limiti l’accesso all’aborto per le donne. La Corte però non si è pronunciata sulla legge nella sua interezza, che venne firmata nel 2016 dall’allora governatore dell’Indiana, Mike Pence, oggi vicepresidente dell’amministrazione Trump, che vieta l’aborto per ragioni legate all’etnia, all’origine, al sesso o a eventuali disabilità del feto. Questo significa che non ci sarà una più ampia discussione sulla legge sull’aborto.
La sentenza era molto attesa perché era la prima volta in cui una legge statale che limita l’aborto finiva davanti alla Corte Suprema da quando è stato nominato il giudice conservatore Brett M. Kavanaugh, considerato molto vicino agli antiabortisti. Attualmente i giudici di orientamento conservatore alla Corte Suprema sono 5 su 9, e i politici e attivisti che hanno spinto per limitare l’aborto sperano che una delle leggi molto restrittive sull’aborto che ultimamente sono state approvate in diversi stati governati dai repubblicani venga portata di fronte alla Corte, così da mettere in discussione la “Roe v. Wade”, la sentenza del 1973 che legalizzò l’aborto in tutti gli Stati Uniti.