La Francia si opporrà alla condanna a morte in Iraq dei quattro cittadini francesi accusati di essersi uniti all’ISIS
Il ministero degli Esteri francese ha fatto sapere che la Francia si opporrà alla condanna a morte di quattro cittadini francesi condannati a morte (tre ieri e uno oggi) da un tribunale iracheno con l’accusa di essersi uniti allo Stato Islamico (o ISIS). I quattro sono tra i 12 cittadini francesi che lo scorso febbraio erano stati trasferiti dalla Siria all’Iraq per essere processati. Il ministero degli Esteri ha detto che la Francia «si oppone al principio della pena di morte, in ogni luogo e in ogni momento» e che il ministero offrirà quindi consulenza ai condannati, che hanno 30 giorni di tempo per presentare appello contro la condanna. Ha però aggiunto che la Francia «rispetta la sovranità delle istituzioni irachene».
I tribunali iracheni hanno già processato centinaia di stranieri sospettati di far parte dell’ISIS, ma finora non è stata eseguita alcuna condanna a morte. La questione dei cosiddetti “foreign fighters” (i “combattenti stranieri”) arrestati dalle forze curde e irachene con l’accusa di essersi uniti all’ISIS è oggetto di dibattito da mesi: il problema principale è che i paesi di provenienza, tra cui molti europei, non vogliono riaccoglierli, per ragioni legate per lo più alla sicurezza nazionale.