Cosa dicono gli exit poll delle elezioni europee, in ordine
Quelli dei paesi più importanti dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, dove i seggi hanno chiuso alle 23
Oggi in Italia e in molti paesi dell’Unione Europea si è votato per le elezioni che rinnovano il Parlamento europeo. L’Italia è stato uno dei paesi in cui si è finito di votare più tardi, alle 23. Subito dopo la chiusura dei seggi, sono stati diffusi i primi exit poll.
Gli exit poll vanno presi con molta cautela: sono il risultato di sondaggi fatti direttamente ai seggi, con campioni ridotti e che danno soltanto un’idea indicativa di quale sarà il risultato finale. Qui sotto abbiamo messo insieme i primi exit poll di tutti i più importanti paesi dell’Unione Europea.
Qui invece ci sono le prime proiezioni basate sui dati reali.
Italia
Secondo gli exit poll, la Lega è andata bene rispetto alle elezioni politiche dello scorso anno, ma sembra deludere rispetto ai sondaggi che la davano ampiamente sopra il 30 per cento. Il PD, invece, è dato da quasi tutti gli istituti sopra il Movimento 5 Stelle, anche se di pochi punti, e con un risultato migliore di quello previsto dai sondaggi. Il M5S, invece, è andato molto male e secondo alcuni istituti potrebbe addirittura scendere sotto il 20 per cento.
Exit poll Opinio per Rai:
Lega – 27-31%
PD – 21-25%
M5S – 18-22,5%
Forza Italia – 8-12%
Fratelli d’Italia – 5-7%
+Europa – 2,5-4,5%
Multipoll Swg per La7:
Lega – 26,5–29,5%
M5S – 20-23%
PD – 21-24%
Forza Italia – 9-11%
Fratelli d’Italia – 5-7%
+Europa – 2,5-3,5%
Sinistra – 2-3%
Europa Verde – 1,5-2,5%
Instant poll Quorum/YouTrend per SkyTg24:
Lega – 27-30%
PD – 21,5-24,5%
M5S – 20-23%
Forza Italia – 9-11%
Fratelli d’Italia – 5-7%
+Europa – 2-4%
Sinistra – 1,5-3,5%
Europa Verde – 0,5-1,5%
Intention poll Tecnè per Mediaset:
Lega – 26-30%
PD – 20,5-24,5%
M5S – 18,5-22,5%
Forza Italia – 8-12%
Fratelli d’Italia – 4-7%
+Europa –2,5-4,5%
Sinistra – 2,5-4,5%
Germania
La Germania è il paese che elegge più eurodeputati di tutti: 96. La CDU, il partito di Angela Merkel, è data più o meno in linea con gli ultimi sondaggi, così come i socialdemocratici, che però sono crollati rispetto al risultato del 2014 (hanno meno di dieci punti rispetto a cinque anni fa). I Verdi sembrano andati molto bene, superando leggermente le aspettative e arrivando quasi sicuramente davanti ai socialdemocratici. L’AfD, il partito della destra radicale tedesca alleato della Lega, è un paio di punti percentuali più basso delle aspettative. Anche gli exit poll sul partito di sinistra di Linke e sui liberali del FdP sono più o meno in linea coi sondaggi.
CDU (conservatori) – 27,5%
Verdi – 20,5%
SPD (socialdemocratici) – 15,5%
AfD (destra radicale) – 10,5%
FdP (liberali) – 5,5%
Linke (sinistra) – 5,5%
Francia
Come anticipato dai sondaggi, il Rassemblement National di Marine Le Pen e En Marche di Emmanuel Macron sono praticamente pari. In particolare, sembra che il RN sia avanti di un punto e qualcosa. Al terzo posto ci sono un po’ a sorpresa i Verdi, che i sondaggi davano intorno al 7 per cento. Sono andati malissimo i Repubblicani, che prendono cinque punti in meno di quanto gli assegnavano i sondaggi.
Rassemblement National (estrema destra) – 23.2%
La République En Marche (liberali) – 21.9%
Verdi –12.8%
Les Républicains – 8.3%
France Insoumise (sinistra radicale) – 6.7%
SP (socialisti) – 6.7%
Spagna
Secondo gli exit poll, sarebbe andato malissimo il partito di destra radicale Vox, che sarebbe calato di quasi quattro punti rispetto alle elezioni politiche di un mese fa, dove comunque non aveva rispettato le aspettative dei suoi sostenitori. I Socialisti del primo ministro Pedro Sánchez (PSOE) si sarebbero confermati primo partito, come ampiamente previsto dai sondaggi, arrivando vicini al 30 per cento. A destra Partito Popolare (PP) e Ciudadanos sarebbero distanziati uno dall’altro solo di un punto percentuale, con il PP leggermente avanti. Ahora Repúblicas, lista di diversi partiti nazionalisti e di sinistra, il cui leader è l’indipendentista catalano Oriol Junqueras, è data al 6 per cento.
PSOE (socialisti) – 28,4%
PP (conservatori) – 17,3%
Ciudadanos (destra liberale) – 16%
Unidas Podemos (sinistra) – 12,4%
Vox (destra radicale) – 6,5%
Ahora Repúblicas (nazionalisti di sinistra) – 6%
Coalición por una Europa Solidaria (nazionalisti di centro e destra) – 3,1%
JxCat (indipendentisti catalani di centrodestra) – 2,8%
Grecia
Gli exit poll confermano più o meno i sondaggi: Nuova Democrazia, partito di centrodestra, sembra essere cresciuta tantissimo rispetto al 2014, quando aveva preso meno del 23 per cento. Syriza, il partito di sinistra del primo ministro Alexis Tsipras, sembra andato male, ma leggermente meglio di quanto gli attribuivano i sondaggi: il 27 per cento sarebbe un risultato in linea con le europee del 2014, ma molto più basso del 35,5 per cento delle politiche del 2015. I socialdemocratici e Alba Dorata, partito di estrema destra, sono più o meno allineati ai sondaggi.
ND (conservatori) – 36%
Syriza (sinistra) – 27%
Kinal (socialdemocratici) – 8%
Alba Dorata (estrema destra) – 6%
KKE (comunisti) – 6%
Ungheria
Il partito del controverso primo ministro Viktor Orbán, conservatore e populista, ha ottenuto più del cinquanta per cento dei voti, staccando di oltre quaranta punti il primo partito di opposizione, Coalizione Democratica (DK), di centrosinistra. Gli exit poll dicono che ci sono tre partiti in circa due punti percentuali: oltre a Coalizione Democratica, la lista elettorale tra Partito Socialista ungherese e Verdi (MSZP+Parbeszed), e Jobbik, partito di estrema destra che alle ultime elezioni parlamentari fu il secondo partito a livello nazionale.
Fidesz (conservatori e populisti) – 55%
DK (centrosinistra) – 11%
MSZP+Parbeszed (socialdemocratici e verdi) – 10%
Jobbik (estrema destra) – 9%
Momentum (centro) – 7%
Austria
Il partito centrista ÖVP sembra essere andato molto bene, diversi punti sopra i sondaggi. I socialdemocratici del SPÖ hanno invece una percentuale più bassa delle rilevazioni precedenti al voto, che li davano intorno al 27 per cento; lo stesso discorso vale per la destra radicale del FPÖ, che i sondaggi davano intorno al 23 per cento (il partito è stato colpito da un grosso scandalo che riguarda corruzione e spie russe).
ÖVP (conservatori) – 34,5 %
SPÖ (socialdemocratici) – 23,5%
FPÖ (destra radicale) – 17,5%
Verdi – 13,5%
NEOS (liberali) – 8%
Paesi Bassi
Gli exit poll olandesi sono stati sorprendentemente buoni per i Laburisti, molto meno per il partito euroscettico Forum per la Democrazia (FvD) e quello centrista del primo ministro Mark Rutte (VVD), che invece secondo i sondaggi dovevano giocarsi il primo posto. PVV, il partito di destra radicale di Geert Wilders alleato della Lega, rischia di non avere nessun seggio.
PvdA (laburisti) – 18%
VVD (liberali) – 15%
CDA (conservatori) – 13%
FvD (nazionalisti euroscettici) – 11%
Verdi – 10%
CU (centro) – 8%
D66 (liberali) – 6%
Irlanda
In Irlanda gli exit poll danno in grande calo rispetto ai sondaggi Fianna Fáil, partito di centrodestra liberale, e in grande crescita i Verdi.
FG (conservatori) – 29%
FF (liberali) – 15%
Verdi – 15%
Indipendenti – 15%
SF (sinistra) – 13%
Croazia
Secondo gli exit poll, i due partiti principali, il centrista HDZ e il socialdemocratico SDP, hanno entrambi perso più di dieci punti rispetto alle precedenti elezioni europee, mentre il nuovo partito populista Scudo Umano (ŽZ), alleato del Movimento 5 Stelle, è riuscito a superare la soglia di sbarramento, fissata al 5 per cento.
HDZ (centro) – 23,4%
SDP (socialdemocratici) – 18,4%
Mislav Kolakušić (indipendente) – 8,2%
HKS (destra) – 6,4%
ŽZ (populisti) – 6,2%
AK (liberali) – 5,6%
NHR/HSP (estrema destra) – 5,1%
Danimarca
In Danimarca, stando ai primi exit poll, i socialdemocratici (A) sono il primo partito, anche se sono andati peggio rispetto ai sondaggi (dovrebbero ottenere circa il 23 per cento contro il 26 ipotizzato). Sono andati bene i centristi di Venstre (V), sia rispetto ai sondaggi che rispetto alle elezioni, mentre la destra radicale del Partito del Popolo Danese (O) è andata molto male e sembra che abbia più che dimezzato i suoi voti rispetto al 2014, passando dal 26 all’11 per cento.
A (socialdemocratici) – 23.6%
V (centristi) – 20.6%
F-G (socialisti e verdi) – 13%
O (destra radicale) – 11.8%
B (liberali) – 9.7%
Ø (sinistra radicale) – 6.7%
C (conservatori) – 5.6%
Å-G (verdi) – 3.7%
N (euroscettici) – 3.1%
I (liberali di centrodestra) – 2.3%