Cosa succede ora nel Regno Unito
Theresa May ha annunciato le sue dimissioni e ora ci saranno le primarie del Partito Conservatore, da cui uscirà il nome del nuovo primo ministro: ci sono già due favoriti
Le dimissioni della prima ministra britannica Theresa May, del Partito Conservatore, hanno messo in moto un meccanismo che porterà alla nomina di un nuovo primo ministro entro la fine di luglio. I Laburisti, il principale partito di opposizione, hanno chiesto nuove elezioni, ma il sistema britannico prevede che in caso di dimissioni del primo ministro il suo partito abbia la possibilità di cambiarlo senza passare dal voto. Da venerdì i giornali britannici stanno ipotizzando chi potrebbe prendere il posto di May, e quali conseguenze avrebbe sul tema che da tre anni paralizza la politica britannica: Brexit.
Al momento i favoriti all’interno del partito Conservatore sono Boris Johnson, ex ministro degli Esteri ed ex sindaco di Londra, e Andrea Leadsom, la ministra che si occupava dei lavori parlamentari e che questa settimana ha annunciato le sue dimissioni, in aperta polemica con May. Entrambi sono convinti sostenitori di una Brexit senza compromessi con l’Unione Europea, al contrario di May, che si è dimessa dopo l’ennesimo tentativo fallito di far approvare al parlamento britannico il suo accordo con l’UE. Johnson ha detto che entro il 31 ottobre, la nuova scadenza fissata per Brexit, il Regno Unito dovrà uscire dall’Unione Europea «con o senza un accordo».
Al momento hanno confermato la loro candidatura diversi altri leader conservatori, fra cui il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, il ministro della Sanità Matthew Hancock e l’ex ministra del Lavoro Esther McVey. Ieri Michael Gove, ministro per l’Ambiente e considerato uno dei leader più popolari dall’establishment del partito, non ha risposto alle domande dei giornalisti riguardo a una sua possibile candidatura, ma in molti sono convinti che alla fine si presenterà.
Il meccanismo di elezioni primarie per scegliere il nuovo leader del partito Conservatore – che in questo caso sarà anche il nuovo primo ministro – è già stato attivato. I candidati hanno tempo fino al 16 giugno per presentare la propria candidatura: basta ricevere l’appoggio di due parlamentari. Entro la fine di giugno, i parlamentari Conservatori terranno una serie di voti sui candidati, eliminando ogni volta quello che avrà ricevuto meno voti. Quando ne saranno rimasti soltanto due, la scelta sarà lasciata ai 124mila iscritti al partito, che indicheranno la loro preferenza per posta.
How is a new @Conservatives leader elected?
This helpful infographic from the @BBCNews shows you how! #Leadership #Conservative #PrimeMinister pic.twitter.com/1hzHM9eexQ
— Stephen James (@StephenJamesGBR) May 24, 2019
Il Guardian stima che la procedura sarà completata entro la metà di luglio e che il nuovo primo ministro riuscirà ad entrare in carica prima della pausa estiva del parlamento, prevista per la fine del mese. Fino ad allora Theresa May resterà in carica per gli affari correnti, fra cui spicca la visita del presidente americano Donald Trump prevista per il 5 giugno.
Molto raramente le primarie del partito Conservatore sono state vinte dal candidato considerato favorito all’inizio della procedura: tutti i più importanti primi ministri Conservatori – da Margaret Thatcher a David Cameron, passando per John Major – si candidarono alle primarie senza grandi speranze di vincerle. Anche Theresa May nel 2016 ottenne la vittoria grazie al fatto che Boris Johnson e Michael Gove, i due favoriti di allora, si sottrassero voti a vicenda.
La campagna elettorale si giocherà soprattutto su Brexit, di gran lunga il problema più complesso e pressante che si troverà ad affrontare il nuovo primo ministro. Tenendo conto della scadenza del 31 ottobre, il nuovo leader britannico avrà meno di tre mesi per decidere se modificare l’accordo di May, cercare di convincere l’Unione Europea a riaprire le trattative, oppure tentare soluzioni più drastiche, come convocare nuove elezioni o un secondo referendum sull’uscita dall’UE.