Guida definitiva alle elezioni europee
Le cose essenziali da sapere sul voto di domenica, in Italia e in Europa
Il 26 maggio si vota in Italia per le elezioni europee, che servono a rinnovare i seggi italiani al Parlamento Europeo. In realtà le elezioni sono iniziate giovedì, quando sono andati a votare nei Paesi Bassi e nel Regno Unito; fra venerdì e sabato hanno poi votato Irlanda, Repubblica Ceca, Lettonia, Malta e Slovacchia, mentre il resto dei paesi voterà oggi. I risultati arriveranno da quasi ovunque nella notte fra domenica e lunedì. Qui sotto trovate le informazioni principali per orientarvi: per tutto il resto c’è Konrad, la sezione del Post che si occupa di cose europee.
Come e quando si vota
In Italia i seggi saranno aperti dalle 7 del mattino alle 23 di domenica 26: potranno votare tutti gli italiani che hanno compiuto 18 anni e i cittadini europei che hanno la residenza in Italia e hanno deciso di votare per i candidati italiani. A differenza delle elezioni politiche, per le europee si usa una legge elettorale risalente al 1979 e si segue un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 4 per cento, con la possibilità di esprimere fino a tre preferenze.
L’Italia ha diritto a eleggere 73 eurodeputati: per le europee è divisa in cinque grandi circoscrizioni elettorali, ognuna delle quali elegge un numero di europarlamentari proporzionale al numero di abitanti di ogni circoscrizione. In diversi comuni italiani si vota anche per le elezioni amministrative. Si voterà anche per le regionali in Piemonte, una delle rare regioni del nord ancora governate dal centrosinistra.
La puntata del podcast di Konrad sulle elezioni europee
Chi c’è
Alle elezioni europee si candidano tutti i principali partiti italiani, che nelle scorse settimane hanno presentato le loro liste (che trovate qui) e i loro programmi, disponibili a questa pagina. Diversi leader politici hanno deciso di candidarsi in prima persona per un seggio al Parlamento Europeo: è il caso di Matteo Salvini, che fra l’altro è già stato europarlamentare per quasi quindici anni, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che torna a correre in una competizione elettorale dopo sei anni.
– I test per capire chi votare alle europee
Anche nel resto d’Europa i partiti hanno scelto di candidare volti noti: in Spagna il Partito Socialista presenta l’attuale ministro degli Esteri Josep Borrell, in Francia la lista del presidente Emmanuel Macron è capeggiata dalla ministra per gli Affari europei Nathalie Loiseau, e si potrebbero fare molti altri esempi. Alle elezioni europee si ripresentano anche moltissimi europarlamentari: qui trovate una lista dei più influenti della legislatura uscente.
– La guida alle elezioni europee in Francia, Romania, Austria, Irlanda, Germania, Portogallo, Lussemburgo, Malta, Belgio, Grecia, Spagna
Per cosa votiamo
Il Parlamento Europeo è l’organo che detiene il potere legislativo dell’Unione insieme al Consiglio dell’UE, quello in cui siedono i rappresentanti del governo di ciascuno stato. Nonostante la sua attività legislativa sia talvolta poco visibile, si occupa di dossier importantissimi come accordi commerciali, vincoli contro l’inquinamento, bilancio dell’Unione e molto altro ancora.
– vedi anche: cos’è e cosa fa il Parlamento Europeo
Funziona più o meno come un parlamento nazionale, con qualche particolarità. Ciascun partito nazionale è aggregato a un partito europeo, che a sua volta si riconosce in un gruppo politico all’interno del Parlamento Europeo. In ogni legislatura esiste una maggioranza che gestisce i lavori parlamentari: da due legislature questa maggioranza è formata dal Partito Popolare Europeo (il principale partito di centrodestra, di cui fa parte Forza Italia) e dai Socialisti e Democratici (il gruppo del centrosinistra espressione del Partito Socialista Europeo, di cui fa parte il Partito Democratico). Spesso ai due gruppi di maggioranza si aggiunge anche l’ALDE, il partito europeo dei liberali, che nella prossima legislatura si unirà al partito di Emmanuel Macron formando un nuovo gruppo.
Non solo Parlamento Europeo
Dall’entrata in vigore del Trattato europeo di Lisbona nel 2009, le elezioni europee e la nomina della Commissione sono legate da un meccanismo informale chiamato Spitzenkandidat (il plurale è Spitzenkandidaten), che in tedesco significa “capolista” o “candidato di punta”. In sintesi, prima delle elezioni ciascun partito politico europeo che siede nel Parlamento Europeo comunica il suo candidato alla carica di presidente della Commissione, l’incarico che attualmente ricopre Jean-Claude Juncker: il partito europeo che dopo le elezioni ha più parlamentari ottiene il diritto di proporre il suo candidato all’intero Parlamento, a cui spetta la decisione se confermarlo o meno.
Gli Spitzenkandidaten che hanno qualche possibilità di diventare presidenti della Commissione sono Manfred Weber del Partito Popolare Europeo e Frans Timmermans dei Socialisti. Negli ultimi mesi però diversi leader europei, fra cui soprattutto Emmanuel Macron, hanno messo in dubbio la legittimità del processo: ufficialmente perché il nome di ciascuno Spitzenkandidat non è chiaramente esplicitato sulle schede elettorali, ufficiosamente perché non vogliono delegare al Parlamento Europeo una decisione così importante (secondo i trattati spetta al Consiglio Europeo, l’organo dove siedono i leader e i capi di stato, indicare il nuovo presidente e il Parlamento dovrebbe limitarsi a confermarlo o meno).
Come seguire le elezioni
Il Post seguirà la notte elettorale con un liveblog e molto altro. In tv ci saranno diverse maratone elettorali da seguire, a partire da quella di SkyTg24 e di La7. I risultati ufficiali saranno disponibili su questa pagina a partire dalle 23, ma già dalle 18 inizieranno a circolare gli exit poll dei paesi che chiudono i seggi nel tardo pomeriggio, come Germania e Grecia. A grandi linee, avremo un’idea di chi ha vinto e chi ha perso intorno all’una del mattino di lunedì.
E dopo?
Lunedì mattina avremo un quadro completo di come sarà andato il voto in tutta l’Unione, ma saremo solo all’inizio. Martedì 28 si terrà una riunione informale del Consiglio Europeo per valutare l’esito delle elezioni e iniziare a discutere dei candidati alle più alte cariche istituzionali. Entro mercoledì 29 sapremo invece quali candidati italiani entreranno o meno al Parlamento Europeo: ci vuole così tanto per via del complicato sistema delle preferenze da scrivere a mano, unico in Europa. Il 2 luglio si terrà la prima sessione del nuovo Parlamento, il cui compito sarà soprattutto eleggere il nuovo presidente. Il processo di nomina del nuovo presidente della Commissione, invece, dovrebbe iniziare ad ottobre.