Cos’è questa storia di Maurizio Belpietro direttore per un giorno dell’Unità
Oggi in alcune edicole si vende un numero speciale dello storico giornale della sinistra italiana, con una sorpresa
Sabato mattina in alcune edicole è uscita un’edizione speciale del quotidiano l’Unità, che per vari decenni è stato uno dei giornali più venduti in Italia nonché un punto di riferimento culturale per l’elettorato di sinistra. L’edizione speciale non celebra però un anniversario o una ricorrenza particolare: l’Unità ha smesso di uscire nelle edicole a metà del 2017, e il numero di oggi è stato pubblicato per fare in modo che l’attuale proprietà non perda il diritto di usare il marchio del giornale.
Secondo la legge italiana, infatti, una testata giornalistica cessa di esistere se non viene pubblicata almeno una volta all’anno. Si è parlato molto di questa decisione anche perché l’editore, l’imprenditore edile Massimo Pessina, ha chiesto di dirigere il numero speciale a Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità e uno dei più noti giornalisti italiani esplicitamente di destra.
Il comitato di redazione dell’Unità ha descritto la decisione di affidare la direzione a Belpietro – cosa che comporta soprattutto la responsabilità legale dei contenuti del giornale – come «l’ultimo affronto alla storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, arrivato questo pomeriggio all’improvviso e senza alcuna comunicazione», quando «in redazione era in chiusura il numero speciale».
La storia recente dell’Unità è stata piuttosto travagliata: negli ultimi anni è passata di mano diverse volte, senza che nessuna proprietà o direzione riuscisse a rilanciare davvero il quotidiano. La penultima proprietà, fra l’altro, è stata dichiarata fallita e a pagare le numerose spese legali che si è lasciata dietro ci sta pensando l’allora direttrice Concita De Gregorio.
Nonostante il giornale non sia più in edicola da circa due anni, alla fine del 2018 la redazione contava ancora 26 giornalisti e 6 poligrafici, tutti in cassa integrazione. In questi mesi sono spesso uscite voci e indiscrezioni su presunti nuovi compratori – dal giornalista Michele Santoro al controverso imprenditore Lele Mora – ma nessuna davvero concreta.
Contattato da Repubblica, Belpietro ha commentato: «Ieri sera l’editore Pessina mi ha chiamato chiedendomi semplicemente se potevo firmare il numero e io ho accettato. In tempo di crisi di giornali mi è sembrato giusto salvare una testata, che altrimenti rischia di sparire. Di certo non ho nessuna intenzione di fare il direttore dell’Unità, testata di cui peraltro non condivido molte delle cose che vengono pubblicate».