In Corea del Sud usano un metodo assurdo per calcolare l’età delle persone
Finalmente sembra che il Parlamento discuterà una legge per semplificarlo (e far ringiovanire un bel pezzo della popolazione)
Il Parlamento della Corea del Sud potrebbe occuparsi presto di una proposta di legge che prevede l’abolizione del “metodo coreano” per calcolare l’età delle persone, un metodo diverso dal nostro e che in realtà non è uno solo. In caso di approvazione, la legge ringiovanirebbe di un anno buona parte della popolazione sudcoreana.
La necessità della legge nasce dal fatto che in Corea del Sud non esiste un solo modo per calcolare l’età delle persone. Per cominciare, ha raccontato l’Economist, la maggior parte dei coreani considera i bambini vecchi di un anno dal momento in cui nascono. Il secondo anno di età, inoltre, lo festeggiano l’1 gennaio dell’anno successivo, indipendentemente da quando siano nati. Soltanto questo già fa sì che un bambino possa compiere due anni pur essendo nato poche settimane prima; e fa sì che due bambini nati a 364 giorni di distanza durante lo stesso anno abbiano la stessa età. Per quanto riguarda invece l’età minima per la vendita di alcol e il momento in cui scatta il servizio militare, il calcolo è ancora diverso: l’anno di nascita viene sottratto all’anno corrente.
Il sistema tradizionale di calcolo dell’età – chiamato genericamente “metodo coreano” – ha convissuto per anni con il metodo occidentale, cioè quello che si basa sul giorno, mese e anno di nascita. L’esistenza di sistemi diversi ha però causato spesso problemi, non solo a livello burocratico e amministrativo. In Corea del Sud, infatti, ci sono precisi standard di cortesia per quanto riguarda il linguaggio: il modo in cui ci si rivolge a una persona dipende dal suo status, che è determinato prima di tutto dalla sua età, oltre che dal sesso e dalla posizione professionale. È per questa ragione che da quelle parti non è raro sentirsi chiedere quanti anni si ha, una domanda che in Occidente viene considerata per lo più indelicata.
Negli ultimi anni in Corea del Sud sono state sviluppate diverse app che convertono l’età calcolata usando un particolare sistema in quella che risulta basandosi su altri metodi esistenti. La confusione però non si è ridotta e diversi politici si sono impegnati a elaborare una legge per semplificare l’intero meccanismo. La proposta di legge non è ancora stata discussa in Parlamento, ma se dovesse essere approvata avrebbe come principale conseguenza il ringiovanimento di un anno di buona parte della popolazione del paese.