Gli arresti al comune di Legnano

Sindaco, vicesindaco e un'assessore legati alla Lega e a Forza Italia sono accusati di aver manipolato tre selezioni pubbliche: è una storia locale, ma se ne sta parlando molto

Il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus
(ANSA/ FLAVIO LO SCALZO)
Il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus (ANSA/ FLAVIO LO SCALZO)

Il sindaco, il vicesindaco e l’assessore alle Opere pubbliche del comune di Legnano, in provincia di Milano, sono stati arrestati giovedì dalla Guardia di Finanza e sono accusati di aver manipolato le selezioni per tre importanti incarichi nel comune e in società partecipate. Secondo la procura di Busto Arsizio, che ha condotto le indagini, i tre gestivano un sistema parallelo per controllare le nomine e in diversi casi avevano ritoccato bandi delle selezioni pubbliche in modo che aderissero meglio ai profili di persone da loro individuate privatamente, e a cui volevano fare ottenere gli incarichi. Il sindaco Gianbattista Fratus, della Lega, eletto nel 2017, è inoltre accusato di aver nominato nel consiglio di amministratore di una società municipalizzata la figlia di un candidato sindaco che lo aveva appoggiato al secondo turno delle ultime elezioni.

Nonostante Legnano non sia una città particolarmente importante – e nonostante i politici coinvolti non avessero nessuna importanza nazionale – degli arresti si sta parlando molto, perché sono arrivati a pochi giorni dalle notizie delle indagini su altri amministratori della Lega e del centrodestra nella regione Lombardia e al comune di Milano. E perché – come si nota dall’abuso di questo parallelismo sui giornali di oggi – a Legnano c’è la statua di Alberto da Giussano, che per anni è stato il simbolo della Lega, fino a che l’attuale segretario Matteo Salvini aveva deciso di eliminarlo.

Il sindaco Fratus e l’assessore Chiara Lazzarini, di Forza Italia, sono agli arresti domiciliari; il vicesindaco e assessore al Bilancio Maurizio Cozzi, anche lui di Forza Italia e già sindaco della città tra il 1997 e il 2007, è invece in carcere. In una conferenza stampa subito dopo gli arresti, la procuratrice aggiunta di Busto Arsizio Nadia Calcaterra ha spiegato che le indagini andavano avanti da alcuni mesi e che la procura ha raccolto molte prove – tra cui diverse intercettazioni – che dimostrerebbero la manipolazione di almeno tre processi di nomina per incarichi pubblici. La nomina più importante è quella per il direttore generale di Amga, la società controllata dal comune di Legnano che tra le altre cose gestisce la raccolta dei rifiuti locali; le altre riguardano una consulenza per la partecipata Europa Service – che si occupa di servizi di diverso tipo – e per l’incarico di dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune.

Di quest’ultima nomina si sta parlando perché è l’unica che è poi diventata effettiva, perché l’incarico è stato assegnato a una persona incompatibile con la carica, in violazione dei regolamenti comunali, e perché ci sono intercettazioni molto esplicite che – secondo la procura – mostrano come sia il sindaco che il vicesindaco sapevano bene di questa incompatibilità e decisero di ignorarla. In un’intercettazione pubblicata oggi dai giornali, per esempio, il vicesindaco Cozzi suggerisce di procedere con la nomina della persona scelta perché «nessuno sa che c’è il regolamento». Per la nomina per Amga sono ancora in corso i procedimenti di selezione – che secondo la procura erano stati già manipolati per arrivare alla scelta di una persona di fiducia del sindaco – mentre la nomina a Europa Service era saltata perché la persona scelta dal sindaco e dal vicesindaco aveva poi rinunciato all’incarico.

L’indagine parla infine della nomina della figlia di un ex candidato sindaco nel consiglio di amministrazione di una piccola società partecipata dal comune, Aemme Linea Ambiente. Secondo la procura, la nomina sarebbe stata decisa direttamente dal sindaco in cambio dell’appoggio che l’ex candidato gli aveva garantito al secondo turno delle elezioni del 2017: Calcaterra ha spiegato che anche in questo caso ci sono intercettazioni piuttosto esplicite in cui si parla della nomina come del “prezzo” da pagare all’ex candidato.

Il comune di Legnano è ora stato commissariato, ma la giunta aveva già grossi problemi: a fine marzo 12 consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza si erano dimessi portando a una situazione di stallo su cui avrebbe dovuto esprimersi il prefetto. I guai erano legati proprio alla nomina ad assessore alle Opere pubbliche di Chiara Lazzarini al posto di Laura Venturini: Lazzarini era infatti stata in passato dirigente di Amga e con la società ha ancora in corso una causa civile per danni da 22 milioni di euro. La sua nomina era quindi stata giudicata impropria e in conflitto di interessi, e con simili preoccupazioni è raccontata dai giornali una delle prime proposte di Lazzarini, quella di affidare ad Amga un contratto da 6 milioni di euro per gestire l’illuminazione pubblica della città di Legnano.